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Giù nel giardino, che cingeva intorno la villetta, Wise, il Terranova, con le zampe anteriori poggiate su lo sporto del muricciolo che sosteneva la cancellata, abbaiava a scatti, con il suo cupo vocione da forte, agli operai uscenti dalla fabbrica a pochi passi, per il pasto di mezzogiorno. «Cara, cara, cara!

Alla vista del pajuolo, i pater e le ave si perdettero in un cospettare sommesso scambiato tra i mendicanti, tarabussandosi a chi passerebbe il primo. Su questo brontolare assordante, risuonò il vocione di fra Gaetano, che gridò: L'anima vostra! volete tenervi la lingua tra i denti?

Subito udì lo scampanellìo di un grosso campanone: poi un ciabattare lungo il corridoio: finalmente gli occhi lucenti di un fratacchione scintillarono tra i buchi di un piccolo reticolato infisso nella porta. Sia laudato Gesù Cristo!... Che cosa vuoi, figliuola? domandò con un vocione robusto. Sempre sia!... rispose Lina tutta rossa. Desidero parlare a Fra Leone...

Il vocione di Merelli tuonò, attraverso i cucchiai rumoreggianti: Per un pranzo di nozze avresti potuto dire qualcos'altro. Oh! fece il dottorone col naso nella scodella non incominciamo troppo presto. Le due sorelle incipriate abbozzarono un mezzo sorriso, indecise tra il fare la furba e il fare la ingenua.

E come dimentico di quanto doveva narrare e sopraffatto ancora da immensa paura non sapeva da dove cominciare. "Saresti più lesto nelle tue delazioni al Sant'Ufficio, boccone da forca", sussurrava Gasparo, col suo vocione. "Avanti!" esclamarono Orazio ed Attilio, rimasti pazientemente silenziosi sino a quel punto.

La carrozza era rimasta sulla strada inginocchiata sulla sua ruota davanti. C'è qui un accidente di stalla da poter ricoverare queste bestie? gridò col suo vocione da gendarme. Bell'aiuto che mi hai mandato riprese mangiando la contessa cogli occhi. Se aspettavo te sarei morto annegato. Dov'è questo anticristo di stalla. Gh'è dent la vacca, scior... Tirala fuori la vacca.

Entrai, diceva col suo vocione pieno, sonoro, e colorito dall'enfasi, messo in ùzzolo dalla persona con cui parlava entrai nella catapecchia... Se avessero veduto!... Il vecchio livido, con le labbra schiumanti, la barba e i capelli giallognoli, gli occhi stralunati, le mani scarne, tese come artigli sul lenzuolo più nero che bianco... era quasi in agonia... Appena mi vide, la sua fisonomia prese un'espressione spaventevole.... Mi sentii agghiacciare dal modo con cui mi guardava quel moribondo... E restai perplesso, immobile, come se i miei piedi non potessero più staccarsi dal pavimento... Nella stamberguccia si trovavano altre persone. Una vecchia cieca, che borbottava certe preghiere in una lingua indiavolata... un vecchio zoppo, che scattava qua e l

Ma intanto, per via di quel dispaccio del Presidente della Camera, pensava che a Roma il Direttore, era sempre potente. Fuori! Cantasirena aspettò: voleva prima raccogliere tutto il suo dolore, tutta la sua forza, poi: È morto il capitano Fara-Bon, tuonò col vocione rotondo, sonoro, e lanciò quel Bon proprio come una cannonata!

Sei brutto! tuonò improvvisamente un vocione, e si vide un gesto indicare un ometto calvo, dalla faccia ignobile e cadaverica, che occupava in un palchetto del secondo ordine il posto della più bella signora del paese. Tutti capirono a volo l'allusione del confronto, ed applaudirono. Egli comprese, arrossì, avrebbe voluto fuggire, ma i compagni lo rattennero fischiando. Viva Garibaldi!

Insomma conchiuse Ludovico da due mesi e mezzo sto studiando il tuo modello, allo scopo di capire qualche cosa in una lite di successione, che mi ha voluto affidare per forza. Figurati che gusto! Successione di chi? Del fu suo marito. È dunque vedova? All'incirca; credo bene sia così. Ma via, gridò Aristide col suo vocione, poichè s'è scoperto, dirò così, questo binario, fuori il nome!