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Aggiornato: 7 giugno 2025


Ah Dio, siamo fritti; mi scambia i lupi con le pecore! borbottò Ariberto, chinandosi un poco verso Vittorina. Sono andato all'appuntamento, spiegò Nenni. Ho sbrigato tutto in venti minuti e con l'automobile sono corso qui. Non una parola di più. Nenni Forcioli sapeva fermarsi a tempo. A qual pro aggiungere una frase galante? I fatti parlavano per lui, e Gioconda era intelligente.

Come state oggi? domandò la signora, prendendo posto in una poltrona, a due passi da Vittorina, della cui presenza non si era accorta o non si curava. L'uomo trasse con la sinistra dalla tasca posteriore dei calzoni un astuccio d'oro, e offerse una sigaretta alla sua interlocutrice. Non ne parliamo! esclamò poi.

Nenni non faceva la corte a Gioconda a Vittorina: aveva per l'una e per l'altra nulla più che la premurosa cortesia del gentiluomo verso la donna; mai non gli usciva dalle labbra un complimento, mai non pareva accorgersi della bellezza e dell'eleganza di Gioconda, della grazia e della civetteria di Vittorina.

Vittorina, dopo tutto, era discreta: non chiedeva se non ch'egli le stesse vicino e che non fosse accigliato. Da tempo Folco appariva a tutti melanconico e taciturno, la sua fronte aveva una ruga precoce, le sue parole erano spesso ironiche; v'era un senso d'amarezza in tutto ciò che diceva, come se qualche cosa gli ribollisse dentro, gli lacerasse l'animo.

Alcuni celebri bellimbusti le stavano intorno, animati dal cieco istinto malvagio di distruggere quella virtù, di calpestare qualche cosa di sacro. Gioconda era imperturbabile. Tra gli assidui contava i vecchi amici e li prediligeva: Celso e Vittorina Ornavati, Ariberto Puppi, Nenni Forcioli.

Folco s'era acconciato a soddisfarla e non mancava più alla tavola di Vittorina; di l

Vittorina si guardò dal chiedere il nome del romanziere celebre; e indispettito, Celso continuò come avesse voluto rintuzzare le più vive obiezioni. Ma perchè citare i miei amici?... Non ve n'è alcun bisogno.... La storia della letteratura, la biografia dei grandi uomini.... Mio Dio, interruppe Vittorina, afferrando la destra di Celso. Mi pare che quell'automobile....

Venga, venga, signor Galli! Era la duchessa che lo chiamava. Ma il signor Galli non si mosse. La Vittorina teneva aperto l'uscio e sorrideva.... Venga! Venga, signor Galli! Egli entrò, ma rimase immobile, vicino all'uscio che la Vittorina andandosene aveva richiuso.

Il direttore si strinse nelle spalle. Sa, circostanze! rispose vagamente, con un sorriso, il quale voleva addolcire la parola troppo breve. Perdite di giuoco! definì Celso. In questo caso è meglio fare il croupier a Montecarlo. Non ci ha la faccia, ribattè Vittorina con sicurezza. Piuttosto qualche disgrazia di famiglia. I Filippeschi non li conosco: devono essere di Pistoia, osservò Celso.

Celso non potè nascondere un sorriso. L'amico non manca mai vicino alla coppia di giovani sposi, osservò poscia. Gli amici hanno la missione di tentare la virtù delle mogli.... Questa è un'idea che si potrebbe sviluppare.... Anche noi, quando eravamo sposati da poco, avevamo molti amici per casa.... Vittorina arrossì lievemente. Poi se ne andarono, seguitò Celso, e non restarono che i sinceri.

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