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Aggiornato: 12 giugno 2025


Come queste distinzioni sono proprie del paese e ricordate per tradizione, se ne può dedurre come altre volte vi prosperasse la vite, che fu distrutta ovunque per ordine di re Teodoro.

Li ricorderai a suo tempo.... ricorderai tutto. La tua espiazione sta per finire, tu hai attraversate undici vite prima di giungere a questa, che è l'ultima. Io ne ho attraversate sette soltanto, e sono gi

Le loro vite divergevano verso una meta egualmente inconoscibile, obliandosi reciprocamente a poco a poco: non erano passati cinque anni dal loro ultimo abboccamento in casa della contessa Ginevra, e nel rivedersi solamente allora per la prima volta, avevano potuto riconoscersi appena.

Vi possono essere in noi due vite è sotto forme diverse la credenza di tutti i popoli e di tutte le epoche l'una essenziale, continuata, imperitura forse; l'altra a periodi, a sbalzi più o meno brevi, più o meno ripetuti: l'una è l'essenza l'altra è la rivelazione, è la forma. Che cosa muore nel mondo? La vita muore, ma lo spirito, il segreto, la forza della vita non muore: tutto vive nel mondo.

che ciò che trova attivo quivi, tira in sua sustanzia, e fassi un’alma sola, che vive e sente e in rigira. E perché meno ammiri la parola, guarda il calor del sole che si fa vino, giunto a l’omor che de la vite cola.

Fu un bacio di amante quello che io le diedi, un bacio lungo e profondo che agitò tutta la essenza delle nostre due vite. Ella si lasciò ricadere sul sedile, spossata. Ah no, no, Tullio: ti prego! Non più, non più! Lasciami prima riprendere un po' di forza supplicò, stendendo le mani come per tenermi discosto. Altrimenti non mi potrò più levare di qui.... Vedi, sono morta.

La vite è quasi del tutto limitata alla zona submontana; sul lato sud della Colletta di Briga si coltiva sino a 1000 m. sul mare, e dietro a Gragnile sino a circa 1050 m.

Se tu sapessi che ridente cosa Esser nato da un bacio de la terra: Esser l’erba sottil, la pampinosa Vite, la spica bionda, Il fior che un seme di dovizia serra Il Dio che lo feconda!... Giunse a me da le vèrtebre del suolo Dai bisbigli de’ germi a primavera, Da le nozze de i pòllini, dal volo Magnifico de i venti, Da la fumida corsa battagliera De’ cavalli nitrenti,

Il furrizzo era troppo basso perchè il Savarella potesse mettersi a scrivere al deschetto: e perciò Nicola prese un piatto e glielo porse rivoltato, gli dette un foglio di carta piegato, che s'era levato di tasca in una a un calamaio di corno a vite. L'aperse, si mise coccoloni davanti a don Bastiano; e gli diede la penna.

«La tua sposa sia come una vite abbondante tra le mura della tua casa. Siano i tuoi figli come novelle piante d'olivo nel cerchio della tua mensa. Alleluja! Alleluja! Mandi a voi il Signore aiuto dal suo santuario, e da Sionne vi custodisca. Alleluja! Ecco così sar

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