Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 22 giugno 2025


Sedea vicerè in Sicilia da molti anni, e governava le Calabrie, Pietro Rosso o Ruffo. L'imperator Federigo da vil famigliare l'avea levato a' sommi gradi, com'avviene in corte a' più temerari e procaccianti. Pensò Corrado che per opera di costui gli fosse rimasa in fede la Sicilia nei turbamenti desti alla morte di Federigo; onde il fe' conte di Catanzaro, gli prolungò il governo, e crebbegli la baldanza: chè superbamente ei reggeva, a nome del re, a comodo proprio; fattosi trapotente per dovizie e clientela, da osar disubbidire a faccia scoperta lo stesso monarca. Pertanto alla morte di Corrado, a' rivolgimenti che seguitarono, duravane i primi impeti il conte di Catanzaro, e una certa autorit

Il sindachetto veniva a capo di un manipolo militare per liberar dal carcere il lanzichenecco, a fin di non incorrere nelle ire del Gran Nimico. Subitamente la plebe, irritata, tumultuò; grida altissime si levarono contro quel vil liberatore di Castellammaresi.

poi che con l'alta tua luce m'allumi e soavemente il cor m'accendi, ch'ardendo lieto vive e lo difendi, che forza di vil foco nol consumi. E con la lingua fai che 'l rozo ingegno, caldo dal caldo tuo, cerchi inalzarsi per cantar tue virtuti in mille parti; io spero ancor a l'et

Viva il sindaco eroe! lampioni, riabilitatevi! Il sindaco appare maestosamente sulla porta del municipio e i lampioni si combinano così: ARRIVA IL VIL POPCONE Grazie, o fratelli.... Testolina sventata.

ESSANDRO. Non son còlto dal fango o dalla vil feccia del populazzo, come tu dici; ch'io son genovese. E se ben devrei tacer la famiglia per non macchiar lo splendor di tanta nobiltá con la mia mattezza, pur vo' scoprirlati. Son di Fregosi. NEPITA. Perché in questo abito? che util cavi di questa pazzia? ESSANDRO. Lo saprai, se m'ascolti.

34 E s'Alceste è mutato alle parole d'una vil feminella, abbiasi il danno. Gi

Stavasi in corte l'indegna ancora; e dividea pur teco talamo, e soglio; e si usurpava ancora gli omaggi a donna imperíal dovuti; quando giá in cor fatta ella s'era vile piú d'ogni vil rea femmina; quand'era giá entrato in suo pensiero e il nobil sangue, e il suo onore, e se stessa, e i suoi regj avi prostituire a citarista infame, ch'ella adocchiando andava... NER. Oh infamia! Oh ardire!...

Or che il brando egli ha gettato, Vien.... mi abbraccia al suo cospetto.... Fino all'ultimo quartetto Non poss'io.... non puoi morir. può il vil, se anco il volesse, Punir tosto il reo misfatto, Chè, noi morti nel prim'atto, Dovria l'opera finir.

Ella con franca voce il fea sicuro Ch'ogni artificio s'adoprava invano: Era qualunque strazio a lei men duro, Che caricar di tanta infamia Alcmano, Credi Bagon; con veritade il giuro; Tanto del re non può donar la mano, Ch'a lui mi venda: e l'or, ch'oggi mi porgi, Io lo reputo vil; ben te n'accorgi.

Parola Del Giorno

trotta

Altri Alla Ricerca