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Aggiornato: 7 luglio 2025
Solo quando il principe di Schwarzenberg mise avanti il suo disegno di fondazione di un impero di settanta milioni di sudditi, solo allora a Parigi si spaventarono: temerono da una tale proposta, innocente anzi che no, un rafforzamento della Germania, e fecero minacce persistenti a Berlino e a Vienna, fino a quando l'Austria non rifiutò l'adesione dei suoi stati alla confederazione germanica.
I liceisti e i forestieri delle provincie assistevano, in piazza del Duomo, al concerto quotidiano della banda che suonava sotto il palazzo del vicerè. Vaccai, l'autore della Giulietta e Romeo e d'altre opere teatrali, presiedeva alla direzione del Conservatorio. Donizetti era maestro di Corte a Vienna, e scriveva, per quel teatro italiano, la Linda e la Maria di Rohan.
E come avea fatto presto a consolarsi della sua lontananza!... Ciò faceva proprio credere che Giuliano forse le avea voluto bene, ma che non era mai stato innamorato... Di tanta gente ch'ella avea conosciuta, suo marito era il solo che non avea perduta la testa per lei!... Avrebbe però voluto scoprire a chi faceva la corte a Vienna, e conoscere la sua rivale... e fors'anche le sue rivali, perchè Giuliano era un certo tomo!... Non tossiva come il Damonte e non sospirava come il Santasillia!... E poi, in complesso, Giuliano era bellino assai, un po' piccolo, ma elegante.
Siamo giusti. Vi sono tempi sterili e senza energia, che non consentono ampiezza alla politica estera. In Italia e in Oriente le cose non erano mature per le grandi risoluzioni e comandavano una politica di attesa e di sospensiva. Ma, mentre altrove si osò anche in questo tempo meschino una creazione sana, piena di avvenire, di politica nazionale, invece la monarchia di luglio non rivelò che paura e miserabile invidia. La nostra giovine unione commerciale non ebbe, fuori dell'Austria, un nemico più velenoso di questi borghesi. Le corti di Parigi e di Vienna discussero nel 1833 il disegno di staccare la Baviera e il Würtemberg dall'Unione doganale prussiana, accordando una riduzione di tariffe alle frontiere tedesche meridionali; ma l'idea abortì per l'incapacit
I salotti della più eletta cittadinanza risonavano della miglior musica del tempo, canto e pianoforte, sovente con accompagnamento dei soli strumenti obbligati ad arco, disimpegnati anche dagli alunni del Conservatorio del Buompastore. Il signor Hager non potè mai dimenticare in Vienna le nostre chitarre ed i nostri mandolini. Graditi sempre gli autori più illustri.
No grida il conte, vessazion piú fiera dell'esporti al casotto potea darti; la berlina, la frusta e la galera potean giugnere ancora a tribolarti. Vedi che inaspettato questa sera a Vienna m'ha spedito a sollevarti. Grato Morgante allora è al ciel rivolto, ché frusta né galea non l'abbia còlto.
Sì. Gli avevo detto che mi sarei trattenuto qualche giorno a Vienna. Ma, dopo un abboccamento col signor di Metternich, l'impazienza mi
Non possiamo affermare, che il contegno dei nostri vicini a nostro riguardo sia cambiato sostanzialmente dal tempo del trattato di Vienna. E cerchiamo la ragione di cotesta politica ora irritante, ora minacciosa, ora violentemente aggressiva, non gi
Dissero addio al Professore con molte lagrime di riconoscenza, e partirono, portando via il suo miglior violino e il suo unico assistente, perchè fu deciso che Bemolle andrebbe con loro a Vienna, per portare il violino, e fare le commissioni, e badare ai bagagli; e sopratutto per incaricarsi, quale uomo pratico, di trattare gli affari.
Nulla dirò intorno al modo con cui sono nominati i professori, e regolati i pubblici esperimenti dei concorrenti a quei posti; nulla dei maestri mandati direttamente da Vienna, a dispetto dei corpi accademici e degli scuolari; nulla dei quesiti spediti da Vienna per temi degli esperimenti pubblici degli aspiranti alle cattedre; quesiti i quali, stesi in italiano da un Austriaco, sono spesse volte inintelligibili, e quasi sempre assurde. Questi inconvenienti, che sono assai più numerosi ch'io non dica qui, e che in pari tempo sono gravissimi, non possono però venire imputati al mal volere dell'Austria. Le scelte sono mal fatte e i pubblici sperimenti mal diretti, però che gli Austriaci sono di lor natura melensi; i quesiti proposti ai candidati sembrano destinati a muovere il riso e per la stessa cagione; e cosiffatti quesiti sono inviati da Vienna, perchè gli Austriaci presumono assai di sè stessi; i professori viennesi occupano molte cattedre a dispetto di tutto il corpo accademico, perchè è più bello il tener per sè un posto lucroso, che non sia il darlo ad un altro. Sono questi meri inevitabili effetti della straniera signoria, nè in tali fatti, veramente incresciosi, puossi riconoscere l'espressa intenzione di nuocere alla Lombardia. Ma quando io poi veggo scuolari dai venti ai ventiquattro anni d'et
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