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Aggiornato: 12 giugno 2025


Bisogna vederle quelle creaturine, nate d'allora! Incapaci di adoperare le zampe, senza penne e cogli occhi ancor chiusi, vengono nutrite nel nido dai loro genitori, finchè, coperte di piume, possono cominciare a far prova delle ali e trovarsi da il nutrimento che loro conviene. La madre dirige i primi loro passi e manda, per chiamarli, un grido particolare quando ha trovato del cibo.

FRULLA. Veggasi ove son meglio trattati. AGIATO. Veggasi chi tien piú dilicato. STRAGUALCIA. Che tanto «dilicato, dilicato, dilicato»? Io vorrei, una volta, empire il corpo meglio e star manco dilicato, per me, io; ché tanta delicatezza è cosa da fiorentini. AGIATO. Tutti cotesti alloggian con me. FRULLA. Alloggiavano; ma, da tre anni in qua, tutti vengono a questa insegna.

Era scritto che questi ricordi dovessero rinascere: essi vengono a dirci una parola che ripara al passato, che ci conforta a volgerci indietro col cuore liberato da ogni amarezza e da ogni rancore. Loreta, ascoltatemi ancora. Non è alcuna colpa in questo.... non è colpa alcuna!... Ascoltatemi ancora!

Si comprende che con questi salarî irrisorî una famiglia onestamente, tollerabilmente può andare innanzi; ma di sovente gl'incerti vengono in aiuto. E pur troppo gl'incerti lucri vengono guadagnati dalle mogli e dalle figlie e dagli uomini sopratutto coll'abigeato e col manutengolismo. I pastori sono quasi sempre amici o complici dei ladri di animali e dei briganti. C'è da sorprendersene?

Dei piccoli proprietarî non occorre tener parola. La loro condizione, che peggiora dappertutto, non è diversa in Sicilia di quella che è altrove; essi che hanno minore resistenza da opporre alle cause di depressione economica, sentono che muoiono, che gradatamente vengono gettati tra le file del proletariato.

Leggete com'egli descrive i grigi pennacchi dell'onda che vengono a incalzarsi, a sfioccarsi, e il suo gonfiare e suo colmo trasparente verdissimo e il concavo lenissimo e il fragore e il dibattersi delle ondine che sommuovono ciottoli, e i mille rivoletti che ridiscendono con troscie lucenti (vedi a pag. 158). La lingua, come sentite, si ripiega sotto l'urto dell'impressione e scattano fuori delle arditezze felici che piacquero di poi in libri meno significanti. Si avrebbe torto di volere in una prosa comune ciò che scoppia continuamente con impeto lirico, ciò che divaga nei mille capricci dell'ora, dell'estasi, della tristezza, dell'umorismo e si perde nelle azzurre profondit

O amarissime dolcezze, quanto care mi costate! del mio piacere ho in un tempo e il piacere e il castigo, e mi trovo al fin caduta in un mar di doloroso pentimento. Che debbo dunque accusar il cielo e le stelle perverse? MITIETO. Che cielo? che stelle? CINTIA. Se da lor giri vengono le mie sventure.

Le loro colpe! esclamò allora, arrossendo di rossore e di sdegno. Ma quali sono le loro colpe, poichè vivono al cospetto di Dio, riconoscendolo e adorandolo, poichè lavorano e poichè si amano gli uni cogli altri? e quando essi vengono umilmente a dirmi: "padre, ho peccato" come non dovrei compatirli se io stesso pecco, e Dio volle che l'errore fosse diffuso in tutte le cose create, che non sempre il melo d

I goti accettano l'oro e partono. I prigionieri vengono assistiti dai monaci e l'agricoltore comprende, che l'opera di san Benedetto e la grande salvezza della scienza, dell'arte, della libert

I suoi antichi compagni lo dileggiano e lo dicono ipocondriaco, lo invitano ai divertimenti, gli dimostrano come egli sia amato da tutti ed abbia molti amici e come nulla manchi alla sua vita. Non basta che i suoi camerati lo tormentino, anche i suoi sensi vengono finalmente indotti in tentazione ed egli li presenta quali persone: L'occhio disse: Io non so che tu pensi; mi hai abituato a scorrere libero e libert

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