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Ivi i nobili nuovi si dividevano giá in due, gli Albizzi a capo de' piú aristocratici; i Ricci e i Medici, de' piú democratici. Cosí succede e succederá sempre. Tanto sarebbe tenersi i primitivi. Ma l'invidia non ragiona, e soprattutto non sente bene; chiama generosa l'acrimonia contra quanto è grande; non pensa che sará punita essa stessa un giorno onde peccò, da nuove invidie ripunite.

Nel duello con Atanasio, la condotta di Giuliano, per quanto possa, in parte, essere scusata, peccò di eccesso, e prese l’aspetto di una persecuzione individuale. Un altro caso in cui Giuliano ha lasciato trasparire un odio che lo trascinava all’ingiustizia fu quello del vescovo di Bostra. Noi sappiamo come uno dei primi atti di Giuliano fosse stato il richiamo dei vescovi, esigliati da Costanzo, i quali appartenevano, per la massima parte, al partito atanasiano. Ed abbiamo anche osservato come, sotto a quel decreto, che, certo, era, in stesso, un atto di tolleranza, fosse probabilmente il desiderio e la speranza che il contatto dei capi dei due partiti, in cui si divideva il Cristianesimo, accendesse di nuovo un incendio di discordia, il quale consumasse la potenza della Chiesa. Le previsioni dell’acuto imperatore si avverarono tosto. Il richiamo degli esigliati fu il segnale dello scatenamento di una nuova tempesta. Ora, Giuliano, volle approfittare, pe’ suoi scopi, di tale tempesta. Nella lotta contro il Cristianesimo, gli premeva, sopratutto, di scuotere l’influenza dei vescovi. Abbattuta questa, gli sarebbe stato più facile impadronirsi delle plebi. E le discordie intestine gli suggeriscono un artifizio, di cui la lettera ai cittadini di Bostra ci fornisce un curioso esempio. L’imperatore si rivolge alla popolazione cristiana di quella citt

Hai pur questo tuo pecco, come le donne, di voler morire d'ogni picciola cosa e avere in cima, come lo sputo, il pianto. Se non fosse ch'io troppo t'amo e del tuo mal m'incresce, in fine al cuore avrei or con fatica ritenuto le risa. È pur vergogna tanta viltá. CRISAULO. Dico che n'ho per sette de' buon consigli. Ma questo non basta: ché bisogna pazienza; di che i santi mancan talora.

Vostra natura, quando pecco` tota nel seme suo, da queste dignitadi, come di paradiso, fu remota; ne' ricovrar potiensi, se tu badi ben sottilmente, per alcuna via, sanza passar per un di questi guadi: o che Dio solo per sua cortesia dimesso avesse, o che l'uom per se' isso avesse sodisfatto a sua follia.

Le loro colpe! esclamò allora, arrossendo di rossore e di sdegno. Ma quali sono le loro colpe, poichè vivono al cospetto di Dio, riconoscendolo e adorandolo, poichè lavorano e poichè si amano gli uni cogli altri? e quando essi vengono umilmente a dirmi: "padre, ho peccato" come non dovrei compatirli se io stesso pecco, e Dio volle che l'errore fosse diffuso in tutte le cose create, che non sempre il melo d

Novello nome per virtù novella venga a ciascun dal limpido lavacro donde ei, fanciullo primigenio, il sacro cammino imprenda verso nova stella!... Sia rimesso a ciascuno il suo peccato s’egli peccò secondo la scomparsa legge:

Vostra natura, quando pecco` tota nel seme suo, da queste dignitadi, come di paradiso, fu remota; ne' ricovrar potiensi, se tu badi ben sottilmente, per alcuna via, sanza passar per un di questi guadi: o che Dio solo per sua cortesia dimesso avesse, o che l'uom per se' isso avesse sodisfatto a sua follia.