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Aggiornato: 25 giugno 2025


In molte cose. Anco, quasi, se voi aprite l'occhio de l'intellecto, non passará tempo che egli nol vegga e pruovi. Ma, perché in un altro luogo Io tel manifestai, poco te ne narrarò.

E non díe questo riscaldare l'affreddato cuore de l'uomo, se egli non è giá obstinato, aciecato dal proprio amore, che egli non si vegga amare da me tanto ineffabilemente? La mia providenzia gli ha dato el cibo per confortarlo mentre che egli è perregrino e viandante in questa vita, come in un altro luogo ti dixi.

Indi non mi è parso per questo sol barlume allontanarmi dalle altre memorie tutte. Forse Neocastro mal espresse l'uficio de' capitani delle province; forse Surita mal comprese quel gergo latino, che se è oscuro in prosa, peggio dovea invilupparsi in poesia. Chi ami più minuti ragguagli di questo perduto poema o racconto, vegga il di Gregorio, Bibl. aragon., tom. I, pag. 11 e 12.

62 Ma, per Dio, fa ch'io vegga tosto in fronte quei che ne voglion torre arme e cavallo; ch'abbiamo da passar anco quel monte, e qui non si può far troppo intervallo. Rispose il vecchio: Eccoti fuor del ponte chi vien per farlo: e non lo disse in fallo; ch'un cavallier n'uscì, che sopraveste vermiglie avea, di bianchi fior conteste.

Bambina fu colpita da quella conclusione. Ella aveva obbliato, nel suo racconto appassionato, la contro-parte del suo obbligo. La parola del gesuita la risvegliava nell'inferno del reale. Ella si tacque un istante, poi rispose: Ed io terrò la mia. Ma, non prima che io mi vegga le promesse del re compiute. Accordatemi qualche giorno ancora di vita.

Tina si lasciò sfuggire un atto di diniego. Sono venuta ad intendermi con voi e la vostra mamma, per fare le cose benino e... state ben dritta che vi vegga, ecco... Eh! non c'è male, potete diventare una bella ragazza, se vi nutrirete meglio e sopratutto se avrete giudizio.

Chi sei tu? domanda l'audacissimo Saracino. Le sue guardie gli si stringono appresso: il carnefice ghigna: ma più maledette ghignano le femmine insaziate.... Il montanaro pare vegga ascolti. Chi sei tu? ridomanda Alzor: Non temo l'insidia! Si scuote allora l'uomo e grida profondamente: E tu chi sei? Io un eletto del profeta. Io un castigato da Dio.

SPELA. Credo che molto meglio fareste a far qualche bene ai vostri nepoti, che stentano, e a me, che v'ho servito tanto tempo e non mi so' pure avanzato un par di scarpe; ch'io ho paura che questa moglie non vi mandi qui o che la vi faccia... So ben io. GHERARDO. Vorrò che tu vegga s'ella si terrá ben pagata da me.

«Io cominciai: Poeta». In questa quinta particella l'autore, udito il consiglio di Virgilio, e approvandolo, lo scongiura che quivi il meni, dicendo: «io ti richieggio, Per quello Iddio», cioè Gesú Cristo, «che tu non conoscesti, Accioch'io fugga questo male», cioè il pericolo nel quale al presente sono, «e peggio», cioè la morte, «Che tu mi meni ove or dicesti», cioè in inferno e in purgatorio, « ch'i' vegga la porta di san Pietro», cioè la porta del purgatorio, dove sta il vicario di san Piero: «Con quelli i quai tu fai», cioè di' essere, «cotanto mesti», cioè dolorosi, dannati alle pene eterne.

CLEMENZIA. Perché la tenete, tutto questo anno, in su le pratiche di volerla o di non volerla? GHERARDO. Che! Pensasi Lelia che rimanga da me, adunque? S'io non sollecito ogni suo padre, se non è la maggior voglia ch'io abbi al mondo, s'io non volesse che si facesse piú presto oggi che domane, che tu mi vegga, fra pochi , sovr'una bara. CLEMENZIA. E questo non mancará, se a Dio piace.

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