Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 8 maggio 2025


Il Meli, che non va mai trascurato quando si parli dei vecchi costumi, rispecchiando il pensiero dei suoi concittadini sull’apparente prosperit

Pei vecchi settuagenari l'abitudine è divenuta una necessit

Invece si vede che ha traversato il vallone della Merla, si è cacciato nei boschi vecchi di Lenzano e andò a finire alla pozza del Vetro. Qui ha creduto di poter traversare, ma c'è rimasto preso al vischio. C'è una terra che par giusto liscivia. Son passato ieri dalla pozza del Vetro e non c'era un barile d'acqua. Ne è venuta un poco stanotte.

Come ritornarvi totalmente? Ella obbedì, con la devozione della persona assolutamente innamorata, a quanto le aveva detto Paolo Spada; ella ritornò, tristemente, alle sue vesti di gusto borghese e ai suoi cappellini insignificanti: ella lasciò le sigarette e il cognac: ella schiodò tutti i ventagli vecchi e tutti i brandelli scoloriti delle stoffe, dalle pareti delle sue stanzette. Ma tutti questi atti, consecutivi, le rammentavano la inanit

La signora Chiara pescava nelle proprie memorie, per rompere que' silenzi incresciosi, i vecchi aneddoti paesani, le burlette di cui in altri tempi era stato maestro il nonno Sant'Angelo, qualche strofetta allegra, di quelle che l'arguto vecchietto improvvisava ne' momenti di buon umore nella sua caffetteria di Tricesimo e che si citano ancora oggi nel Friuli insieme a' versi migliori di Pietro Zorutti.

CAPPIO. O che mai ne paressero vecchi! tutti avari, fastidiosi, ritrosi, pazzi, rimbambiti; sempre minacciano, bestemiano, gridano, si lamentano, si contentano mai. GIACOMINO. Veramente quando l'uomo passa i quarant'anni doverebbe morire e smorbare il mondo. Tutti perdono la memoria per non ricordarsi di quando son stati giovani.

I suoi vecchi ammiratori si accorgevano del deperimento, e disertavano dal teatro profondamente costernati. Non vi è cosa che tanto affligga come il decadimento di un artista di genio. Naturalmente, la diserzione del pubblico venne dagli amici politici del Modena attribuita ad una cospirazione di partito.

I vecchi domestici passavano per le stanze simili ad ombre annoiate, non vi era più nulla da fare, nessuno dava più ordini. La contessa Ginevra rifugiata presso la contessa Maria non tornava con lei a casa che per aspettarvi De Nittis o il dottore e ripetere con essi le medesime cose della sera antecedente.

Giuliano non fu lasciato che pochi mesi ad Atene, ma questi pochi mesi hanno avuto, come lo affermano i suoi contemporanei, una grande influenza sull’animo suo. Egli teneva ancora celate le sue convinzioni religiose, ma ciò non gli impediva di infervorarsi negli studi ed anche nella conoscenza dei Misteri, che costituivano il principale atto di culto di quel simbolismo politeista di cui Giuliano voleva fare la religione del mondo. Eunapio, Socrate e Sozomene insistono tutti sull’importanza che ebbe, nella vita di Giuliano, la sua dimora in Atene. Ma i due narratori più autorevoli ed interessanti sono, come sempre, Libanio e Gregorio. Libanio dice che, presentatosi Giuliano ai professori di Atene, e offertosi ad un esperimento, si trovò che ne sapeva più dei maestri, così che «solo di tutti i giovani che accorrevano ad Atene, ne ripartiva, avendo insegnato più che imparato. Pertanto si vedevano continuamente intorno a lui degli sciami di giovani, di vecchi, di filosofi, di retori. A lui guardavano anche gli dei, ben sapendo ch’egli avrebbe risollevato il patrio culto. Quando parlava era, insieme, ammirabile e modesto, poichè, checchè dicesse, subito arrossiva. Di questa sua mansuetudine tutti godevano, e i migliori traevano profitto dai suoi insegnamenti. E il giovinetto aveva intenzione di vivere e di morire in Atene, e ciò gli pareva il colmo della felicit

Ve ne venivano talvolta dalla Liguria; ma gli uni e gli altri, a quel che intesi dai vecchi, vi si accomodavano assai bene, e se ne andavano a malincuore.

Parola Del Giorno

sciolsi

Altri Alla Ricerca