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Aggiornato: 9 giugno 2025


Orsú, vattene con queste tue novelle; e un'altra volta non aver ardire con queste tue trasformazioni venir in casa degli uomini da bene: per la prima volta ti sii perdonato. Noi ben sappiamo chi tu sei e a che proposito qui venuto; e se ben avea proposto nell'animo bastoneggiarti molto bene, la riverenza che porto alla sembianza del mio carissimo padre me lo vieta.

Togliti il tuo Lampridio, tornaci il nostro Eugenio e vattene a studiare a Salerno come prima. LAMPRIDIO. Orsú, il mio caro Mastica, eccoti questi danari per comprar robbe per la cena, e t'impegno la mia fede esser storpiato e mutolo come dici e star proprio in casa come un santo. MASTICA. Cosí, me ne dái la fede... LAMPRIDIO. Eccola. MASTICA.... di non star in casa tutto il giorno?...

Perdonami! Ora che vuoi fare? Non so. Che cosa intendi di dirle? Non so. Non sai? No.... ti giuro che non so.... Vattene, vattene. Non reggo più a questo supplizio. Vattene. Ho tanta vergogna di te! RAIMONDO lo bacia ancora, poi esce per la sala da pranzo. lo segue con gli occhi, a lungo. Poi si scuote.

«Se al consiglio de' Dieci potesse mai trapelare ciò che è passato nel tuo cuore e nel cuore di quella povera sventurata, credilo a me che c'è da inorridire pensando a quel che avverrebbe di noi tutti. Io non ho con te rancore di sorta però... tu non ci hai colpa. Ma vattene con Dio; e non mettere mai più il piede in questa mia casa. A quella povera fanciulla intanto provveder

Che vuoi da me, esecrabile donna, che vuoi? Ogni legame fu infranto, un abisso fu scavato fra noi, non sono più tuo, vattene e lasciami morire in pace giacchè fosti senza piet

Se indicassi l'ombra appena di un neo, qui, in giù della guancia... per fare osservare come essa si arrotonda soavemente sulla mascella inferiore? Non aggiungere nulla di nulla. Vattene, Luisa. L'è finita. L'è perfetta. Dio sarebbe geloso, o innamorato, dell'opera sua se fosse la sua! Insomma? chiese Morella, quando la cameriera fu uscita. Morella, io non tenterò più di piegarti. E fai bene.

«E non corrono ormai venti e più anni, che ho tolto i tuoi ultimi aneliti per cagione del mio vivere?» «Vattene, ti scongiuro.» «Per cui vuoi tu scongiurarmi? per Dio forse? L'ho rinnegato per te. Pel mio onore forse? Tu me lo hai rapito. Per l'amore di mia donna? Tu me l'hai contaminata. Pe' miei figli? Per te fui padre di prole non mia. Cessa adunque, o Re, dallo scongiuro

Egli, che il giorno della morte di sua moglie aveva detto ad Andrea, con ira: Vattene, figlio mio: tu penserai a lavar me, quando anch'io starò , così...... E sar

Non tentarmi, vattene Abd-el-Kerim, non mi scorderò mai di te... basta! Ella volse altrove la faccia e fece qualche passo. L'arabo l'afferrò per le mani e la rattenne violentemente. No, Fathma, no. Ti amo, sono tuo schiavo, fa di me quello che tu vuoi, ma non respingermi, non parlare così. L'arabo cadde per la seconda alle sue ginocchia. Una fiamma umida passò sugli occhi dell'almea,

Raccolse i lembi della farda, s'avvolse il corpo e si allontanò lentamente con calma maestosa. L'arabo le si slanciò dietro per seguirla. Sola venni e sola ritorno, diss'ella arrestandolo con un gesto, Vattene: io te lo comando, io lo voglio! Abd-el-Kerim chinò il capo e si cacciò sotto gli alberi.

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