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Aggiornato: 5 giugno 2025
Non sentivate la lotta formidabile che si combatteva in lei? All'interruzione il Vérod scrollò il capo ripetutamente.
Il Vérod, che aveva abbassato la fronte, riprese pianissimo: Nascose il volto fra le mani. E non sentiste in quel momento che ella aveva ragione, che fra voi due l'amore era condannato a una trista vita? Non comprendeste che bisognava lasciare quella donna al suo destino per evitargliene uno peggiore?
Per potersi fermare sopra un'ipotesi bisognava ancora aspettare i risultati dell'autopsia; nel frattempo il Ferpierre, scelta la sala da pranzo della villa come suo gabinetto per l'inchiesta da compiere sulla faccia dei luoghi, ordinò che vi fosse introdotto il Vérod.
Roberto Vérod, rimasto a Losanna, nei luoghi dai quali ora non si poteva più distaccare, incontrò, dopo aver letto quest'ultima notizia, il giudice Ferpierre. Non lo aveva più riveduto dal tempo del processo: gli si accostò trepidante ed ansioso, come alla sola persona con la quale gli restava di poter parlare della morta, del colpevole, di sè stesso.
La lettura delle memorie aveva dimostrato al giudice Ferpierre che la contessa d'Arda si trovava in una situazione tale da dover pensare alla morte come al solo termine della sua sventura. Tuttavia egli sentiva di dover considerare l'altro aspetto del problema ed approfondire l'argomento addotto dal Vérod contro l'ipotesi del suicidio. Nel nuovo amore che ella combatteva con la previsione della caducit
Nascosta la faccia tra le mani e rimasto un poco a meditare così, rivolse poi lo sguardo al Vérod, riprendendo: Ed a voi cui ne feci tanto io voglio chiedere scusa, umilmente. Forse è ancora troppo presto perchè possiate sopportare la mia vista. Ma io so che il vostro cuore è pieno di bont
Il Vérod era stordito. No, egli non sognava; ma la realt
Allora il Vérod si rammentò delle parole del principe. È morta. Ma come, dove e quando? Zakunine non lo aveva spiegato, nè egli aveva pensato a chiederlo. Era ella morta di morte naturale o violenta? Si era uccisa, o come Alessio Petrovich, e prima di lui, era tornata in Russia a lasciarsi condannare?
Non pensate che io sia un uomo diverso dagli altri, interruppe il Vérod. La natura di ognuno di noi è duplice e le forze morali sono latenti anche nelle anime brute. Perchè possano operare bisogna che siano educate ed espresse da altre anime naturalmente migliori e più forti. Questa creatura mi rivelò cose che io ignoravo. Se voi credete alla verit
Nel punto che l'arma omicida rompeva le sue carni, che gli occhi suoi chiudevansi alla luce, aveva ella imprecato? L'ultimo pensiero della sua vita poteva essere livido? Quando il Vérod si proponeva queste domande, la risposta non era dubbia per lui. Ella aveva perdonato. Doveva egli perdonare a sua volta? Se voleva essere degno di lei, non doveva seguirne l'esempio?...
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