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Le lor braccia nude, libere dal peso dei braccialetti, si muovevano con lentezza, con insidia, tuffandosi nel tepore della coltre. Madlen era dalla mia parte; i suoi piedi congiunti sollevavano appena la seta leggera del piumino. Il lenzuolo delineava la sua lunga forma, come la tela umida si avvolge al rilievo d’una statua supina.

Inutile scrivere al professore dissi al vecchietto che mi aveva portata la lettera fra mezz'ora sarò da lui. Sulla soglia, uscendo, il vecchietto si voltò per raccomandarmi: Sa, signore: il paracqua! Il tempo minaccia. Si preparava, difatti, una brutta giornata: cielo grigio, aria umida e fredda. Qualche goccia di pioggia mi colpì sulla faccia appena misi piede fuori di casa.

Infilarono una stradicciuola umida e deserta, fra alte muraglie di orti e di giardini: volevano recarsi al "Palazzo dei Lavori" senza attraversare il paese.

Il ferito si rimosse, torse la bocca per lo spasimo, aprì li occhi verso l’alto; ma certo non potè vedere, perchè una specie di pellicola umida gli copriva lo sguardo. Grosse lacrime cominciarono a sgorgargli dalli angoli delle palpebre e a scorrere giù per le guance e pe ’l collo; la bocca gli rimase torta; nel sibilo fioco della gola si sentì un vano sforzo di favella. E in torno incalzavano:

Però queste sue paure non dovevano durare a lungo. Era una giornataccia di novembre umida e fredda e il conte Zaccaria aveva rinunziato a uscir di casa.

Questi incominciò a guardare devotamente la traccia umida che le labbra di Samana avevano lasciata sulla estremit

Tanto che giunto verso piazza del Popolo, fu preso, nella mitezza sentimentale della sua debole natura, da un furore di morte. Andò contro un pesante omnibus di albergo che correva, per farsi arrotare: ma il cocchiere lo schivò bestemmiando, gridando. A quell'ora, in quella giornata umida e triste di marzo, fuori porta del Popolo non vi era quasi nessuno: e quella crescente solitudine lo calmò un poco, mentre si metteva per il fangoso marciapiede che per la via Flaminia, lungo i colli Parioli, porta a Ponte Molle. Nessuno nel piccolo caffè dove si fermano i cocchieri da nolo e i carrettieri; nessuno, nelle piccole osterie che pullulano ogni cinque passi, sino alla met

Mastro Spaghi sedeva in un umida stanza, I cui muri, giallognoli e a macchie, avean sembianza Di facce d'appiccati. Era una notte estiva. Sui campi la finestra della stanza s'apriva. Di fronte alla finestra c'era una porta, quella D'un carcere, che un tempo era stato una cella, L

Cadeva il giorno abbreviato da una nebbia umida e densa. Non reggendo più a ricamare nella luce incerta della finestra mi alzai per mettere a posto il lavoro e trovandomi accanto al cembalo mi posi a riordinare la musica, così, automaticamente, forse per sfuggire un'intima sensazione di imbarazzo. Egli aveva certo un progetto nella sua mente perchè mi si avvicinò col volto torbido e chiuso.

Nel camino ardevano lentamente alcuni rimasugli di legna umida, e una vecchietta, adagiata in un rustico seggiolone impagliato, lottava ostinatamente col sonno.