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Aggiornato: 16 luglio 2025


Dopo aver passato alcune settimane a Udolfo, fu d'improvviso richiamato in Francia: partì con ripugnanza, e col cuore pieno della sua bella, colla quale però aveva saputo differire la conclusione del matrimonio. Per incoraggirla a sopportare tale separazione, le diè parola di tornare a celebrar le nozze appena i suoi affari glielo avessero permesso.

=Storia della signora Laurentini di Udolfo.= Era essa figlia unica ed erede dell'antica famiglia di Udolfo nel territorio di Venezia. Il primo infortunio della sua vita, e la vera sorgente di tutte le di lei sciagure fu che i suoi genitori, i quali avrebbero dovuto moderare la violenza delle sue passioni, ed insegnarle a regolarle, non fecero che fomentarle con una colpevole indulgenza.

Intanto il delitto che, per un malinteso, Emilia supponeva essere stato commesso dalla signora Laurentini in Udolfo, non aveva mai avuto luogo. Emilia era stata ingannata dalla vista orribile del quadro coperto da un velo nero, onde si parlò negli scorsi capitoli, e che aveale fatto attribuire i rimorsi della monaca ad un omicidio accaduto in quel castello. Quel velo nascondeva un oggetto che la riempì di orrore; sollevandolo, invece di un quadro, vide nello sfondo una figura umana, i cui lineamenti sfigurati avevano il pallore della morte. Era coperta da un lenzuolo, e distesa in una specie di tomba. Ciò che rendeva tal vista ancor più spaventosa, era che quella figura parea esser gi

Emilia pregò lo sposo di permetterle che donasse a Bonnac il legato ricevuto dalla signora Laurentini, e ciò le venne accordato col massimo piacere. Il castello di Udolfo toccava egualmente alla sposa di Bonnac, come più prossima parente della Laurentini; e cotesta famiglia, lungamente infelice, gustò di nuovo l'abbondanza e la pace.

Emilia, rammentando lo spettacolo veduto in una camera di Udolfo, e, per una bizzarra relazione, le parole allarmanti lette accidentalmente in una delle carte bruciate per cieca obbedienza agli ordini paterni, fremeva al significato che sembrava avessero, quasi quanto all'orribile oggetto da lei scoperto sotto il velo funesto.

Voi dunque siete stata nel castello di Udolfodisse la monaca con estrema emozione. «Quali scene mi rammenta quel luogo! Scene di felicit

Ah! dunque era Orsino? , signora; egli stesso, colui che ha fatto ammazzare quel signore veneziano. Gran Diosclamò Emilia; «egli è venuto a Udolfo! Ha fatto benissimo a star nascosto. Ma che bisogno c'è di tante precauzioni? Chi potrebbe mai immaginarsi di trovarlo qui?

Il piano, seriamente meditato, fu affidato allo stesso ufficiale che l'aveva concepito. Dapprincipio egli usò l'astuzia; si accampò nei dintorni di Udolfo e procurò guadagnarsi l'assistenza de' vari condottieri. Non ne trovò neppur uno che non fosse pronto a tradire un padrone imperioso, per assicurarsi così il perdono del senato. Informatosi del numero delle truppe di Montoni, seppe che i suoi ultimi successi le avevano aumentate d'assai. Non iscoraggitosi per questo, appiccò intelligenze nell'interno della piazza, che gli procurarono la parola d'ordine, e mescolatosi colla sua gente ai seguaci di Montoni, potè introdursi nel castello e sorprenderlo, mentre un altro stuolo de' suoi, dopo una lieve resistenza, faceva cedere le armi alla guarnigione. Tra le persone prese con Montoni, trovavasi Orsino: avendo saputo, dopo l'inutile sforzo fatto per rapire Emilia, che quello scellerato aveva raggiunto Montoni ad Udolfo, Morano ne aveva avvertito il senato. Il desiderio di prendere quest'uomo, autore dell'assassinio d'un senatore, fu uno dei motivi che fecero accelerare l'impresa, il cui successo riuscì gradito tanto, che, malgrado i sospetti politici e l'accusa segreta di Montoni, il conte Morano fu rimesso in libert

Annetta si distingueva raccontando non solo i prodigi, ond'era stata testimone, ma anche tutto ciò che aveva immaginato nel recinto del castello di Udolfo. Non obliava la strana scomparsa della signora Laurentini, che faceva una forte impressione sull'animo degli ascoltanti.

Nosoggiunse Emilia; «ma ho veduto la sua perfetta somiglianza. È impossibiledisse suor Agnese, che ora potremo chiamare la signora Laurentini. Era nel castello di Udolfocontinuò Emilia, guardandola fiso. Di Udolfoesclamò la signora Laurentini «di Udolfo in Italia? Precisamenterispose Emilia. Allora voi mi conoscete, e siete la figlia della marchesa

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