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Aggiornato: 21 giugno 2025
Io ricordo la tosse di Sally, ed ogni notte la odo. Seguì un silenzio profondo. Poi nella stanza vicina, Edith tossì. Il vecchio venne vicino, vicino a sua nuora. Era livido e terribile. Ecco: bisbigliò. Ecco! hai sentito? Questa è Sally. E voi da tanti anni mi dite che è morta! La signora Avory si levò.
In una infermeria, dove non ci sono che dei letti, una cassetta di polverine, un vasetto di tintura di iodio e della liquirizia per i catarri stomacali e le tossi che non lasciano dormire, anche un infermiere come il 193 non può fare molto.
Ettore Caccianimico, fiancheggiato dalla moglie e da Angela Tintaro, ci seguiva portando la valigetta di Laura; io m'offersi di prendere una piccola borsa di pelle che Laura aveva alla mano; ma la signora si rifiutò, dicendomi: No, no. Questa non si tocca. C'è tutta la mia corrispondenza, qui dentro. Di': tutta la nostra; corresse Giorgio con un sorriso celestiale. Ettore Caccianimico tossì.
E tutt'a un tratto Nancy ebbe paura. Un folle subitaneo terrore la prese di quel silenzioso uomo sconosciuto e pensò di fuggire. Fuggire! Fuggire!... Scivolerebbe piano nella sala da bagno, aprirebbe la porta sul corridoio, e via! Mosse un passo, piano, con infinita cautela. La sua veste sfrusciò; la sua scarpetta dai tacchi alti scricchiolò... E l'uomo nella stanza vicina, tossì.
La fanciulla avvertì di nuovo l'orribile sapore dolciastro del sangue; ebbe un sussulto visibilissimo, tossì seccamente due volte, e con la fronte imperlata di sudor freddo, aspettò.
Appena entrato, Antonio sovrapreso da quel caldo, da quell'afa, da quel suono, stette lì senza sapere nè che fare nè dove andare, nè a cui rivolgersi. Non vedeva nessuno, non osava inoltrarsi; dopo un poco tossì forte, fece due passi per vedere se qualcheduno gli badasse; niuno si mosse, benchè dietro l'assito che tramezzava udisse il bisbiglio di una conversazione.
Queste serramenta, disse, non potrebbero essere più cattive. Soffiano aria da ogni dove. Tossì, portandosi il fazzoletto alla bocca, e uscì con andatura stanca.
Egli lo aveva ammonito severamente, e lo trattava con sussiego, sebbene passasse poi le notti a vegliarlo, quando, nelle lunghe e gloriose battaglie a palle di neve coi compagni, si buscava delle tossi, che minacciavano di schiantargli il suo petto robusto.
Erminia oltremodo infastidita tornò a sedersi al suo tavolino e siccome Nicodemo pareva volersi porre al di lei fianco ella gentilmente gli mostrò un ottomana che le stava di fronte. Il maggiordomo dovette rassegnarsi. Tossì il buon uomo e si spurgò il naso, intanto mulinava in mente il modo di impiantare una conversazione. Finalmente incominciò. La signorina stava leggendo se non erro?
Allora Prospero Anatolio, che dal salotto li vedeva bene, fe' cenno a Maria che si avvicinasse anche lei per guardarli. I fidanzati si credevano soli; si erano presa la mano, si parlavano vicinissimi, finchè Giorgio lentamente baciò i capelli della fanciulla. Prospero ridendo tossì e Giorgio scomparve.
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