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Aggiornato: 10 giugno 2025


Oh! no certo, figlia mia, riprese il monaco trattenendo la bianca di lei mano onde impedirle sonasse il campanello, oh! no certo; e come volete ch'io possa pensare a prender cibo, vedendovi così cupamente concentrata in voi stessa? Certo che io nol farò, a meno che prima non mi sveliate quei pensieri che l'animo vi tormentano; e qualora vogliate dinegarmelo, non torrò questo ad ingiuria, non volendo obbligarvi a parlare, ma mi ritirerò per lasciarvi in libert

Questi fe' spalluccie; ma l'altro replicava: , , datemeli: li voglio, o vi mostrerò chi sono: porrò a soqquadro la casa: li torrò per forza»; e tanto minacciò e promise, che la donna aprì la cassapanca, e con occhio sospettoso rivoltasi a colui Ma mi promette di restituirmeli

Oh che maladetta sia tanta smemorataggine e si poca pazienzia! Ma, potta del cielo, non ti dissi pure ora che tu non dovevi gridare? Hai guasto lo 'ncanto. CALANDRO. El braccio hai tu guasto a me. FESSENIO. Non ti puoi piú scommetter, sai? CALANDRO. Come farò, dunque? FESSENIO. Torrò, in fine, forziero grande che vi entrerai intero. CALANDRO. Oh! cosí .

NEPITA. Ho da burattar la farina per i maccheroni, e voi mi trattenete: lasciatemi andare. NARTICOFORO. Bona verba, quaeso, ascoltiate. NEPITA. In casa voi non alloggiarete, ben potrete andar altrove. GRANCHIO. Bel modo di ricevere i forastieri amici del padrone! NEPITA. Se non gli farò qualche burla, non mi torrò oggi questo barbagianni dinanzi. NARTICOFORO. Dammi udienza, di grazia.

DON IGNAZIO. Mi nieghi Dio ogni contento se non ve la chiedo con la bocca del core, ch'io non torrò altra sposa in mia vita che Carizia. E in pegno dell'amore ecco la fede: accoppiamo gli animi come il parentado.

FACIO....ché pensava aver a trattar con un cattivo, or ne ho ritrovato un altro peggio! GERASTO. Se non parli come devi, ti torrò io la pazzia da capo, chè a medicare un pazzo ci vuole un pazzo e mezzo. FACIO. Cosí mi fai tu ingiuria? GERASTO. L'ingiuria la fai tu a me. Dimmi, uomo frugi, conosci che sei sano? FACIO. Voi duo vi sète accordati insieme, e non sète pazzi ma ribaldi.

E tu sarai contento sempre nel mio: e lieto e felice e senza alcun pensier che non vorresti, quando lo provi poi, per tutto il mondo non l'aver fatto. Ed io, in cambio tuo, torrò questi tuoi affanni.

ALESSANDRO. Io non gli torrò per non far pregiudicio alle mie ragioni. Andrò a Sua Eccellenza, raccontarò il fatto: ella dará ordine di quello che ará a farsi. M'incresce nell'anima ch'abbia a venir con voi, che v'ho stimato mio padre e padrone, a termini cosí fatti. FILIGENIO. O Iddio, che intrighi son questi ove mi trovo? Va', Forca, e vedi se puoi far nulla.

Ma la vendetta mi sta scritta nel cuore, monsignore; e voglia Iddio condannarmi a finire i miei giorni in un lebbrosaio, se non la torrò tale che se ne abbia a menar rumore per tutta Italia. Aspetto solo che ci sbarazziamo da questi ostinati di Longobardi, che poi andrò io a Roma, e in un modo qualunque farò visita a mastro Ildebrando.

Certo io mi vergogno di dovere con alcun difetto maculare la chiara fama di cotanto uomo; ma il cominciato ordine delle cose in alcuna parte il richiede, percioché, se nelle cose meno laudevoli mi tacerò, io torrò molta fede alle laudevoli giá mostrate. A lui medesimo adunque mi scuso, il quale per avventura me scrivente con isdegnoso occhio d'alta parte del ciel mi riguarda.

Parola Del Giorno

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