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Aggiornato: 19 giugno 2025


Finalmente gli venne incontro una specie di bruto, scalzo, coi piedi imbrattati di fango fino oltre la noce; della brache portava una parte rovesciata sopra il ginocchio, l'altra cascante per terra, e strette sopra i fianchi con una sozza corda; il rimanente nudo, se togli uno straccio di tela sopra le spalle, ed un berretto, che una volta fu rosso, tirato su gli occhi: era colore di rame, camminava a gambe larghe, e tentennava: in quel punto destavasi da una ubbriachezza, che lo aveva tenuto per morto da bene ventotto ore.

FORCA. Ce l'ho inteso dir mille volte. FILIGENIO. Tanto è ostinato? FORCA. Ostinatissimo. FILIGENIO. Perché tu non lo togli da questo proposito? FORCA. Se non ubbidisce a voi, perché vuol ubbidir me? FILIGENIO. Quando va a casa sua, che fa?

Non del tuo trono, io sol di te fui presa, ahi lassa! e il sono: a me lusinga dolce era l'amor, non del signor del mondo, ma dell'amato mio Neron: se in parte a me ti togli; se in tuo cor sovrana, sola non regno, al tutto io cedo, al tutto io n'esco. Ahi lassa! dal mio cor potessi appien cosí strappar la immagin tua, come da te svellermi spero!...

DOTTORE. Che ti togli il tuo schiavo e mi torni i miei cento scudi. FILIGENIO. Che so io se lo schiavo che m'hai tolto di casa sia quel che mi rimeni? DOTTORE. Che so io che Melitea che fu portata in casa vostra non sia stata scambiata e posto costui in suo luogo?

E li faremo costar tanto l'aver creduto al dottore; voi ve lo restituirete in vostra grazia, ed io schivarò un maligno influsso di bastonate che mi sarebbon piovute dal Cielo. PIRINO. O Forca mio dolce, o Forca mio di zucchero, Forca che dái la vita a' morti e non la togli a' vivi, ho preso animo e giá con la speranza abbraccio Melitea; ma non perdiam tempo, ché potria venir mio padre.

Togli anco questa catena d'oro che val quattrocento, e vedi si puoi rimediare. FORCA. Non lascierò tentar per ogni via, per amor vostro. Io vo. FILIGENIO. Camina. DOTTORE. Férmati, Filigenio, non entrare ancora: avemo a trattare alcune cose insieme. FILIGENIO. Pur hai animo comparirmi dinanzi, giuntatore: non vedo io che porti scolpita nella fronte la sfacciataggine?

Vi è di tutto il popolo eccetto. Non vi sono neppure artisti, se ne togli Verdi e Verdi stesso darebbe bene il suo Trovatore per fare il più povero e piccolo discorso, che farebbe lo stesso Baldacchini. Il più vecchio tra i deputati è il signor Zanolini, un avvocato distintissimo, che è stato presidente di et

Vorrei che mi facessi piacere pari alla cortesia, e questo servigio sarebbe il condimento di tutti gli altri. LECCARDO. L'impresa che mi proponi è di farmi essere appiccato. DON FLAMINIO. Fai gran danno non aiutandomi. LECCARDO. Maggior danno fo a me aiutandovi. DON FLAMINIO. Leccardo, to', prendi questi danari. LECCARDO. Ho steso la mano. DON FLAMINIO. Togli questo argento.

GERASTO. La mia casa sará commune a tutti; se ben non posso onorarvi come si conviene, supplisca dal mio canto l'affezione. Narticoforo, mandáti a chiamar Cintio. NARTICOFORO. Olá, togli questa crumèna, paga l'oste, che ti dii le valiggie, e mena teco Cintio in questa casa.

La faccia livida e tutta rasa del socio, se togli i pochi peli del labbro inferiore, si rabbuiò, e i suoi occhi neri dai globi tinti d'una sfumatura turchiniccia mandarono un lampo: non fece altro gesto che portare la mano ai peli della mosca e tirarli a rivoltare il labbro. Vuole ostinarsi? domandò poi in un certo tono. Pare. E gli disse quel che gli aveva scritto il notaro.

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