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Aggiornato: 8 giugno 2025
Siamo alle prime ore del mattino del 16 Aprile 1798, e attaccata alla solita colonna del Palazzo del Comune ed alle abitazioni dei Ministri del Consiglio e del Governo, si legge: O v’aggiustati, tiranni, la testa, O di li Morti faremu la festa. E chi vuliti impuviriri a tutti? Chi oru?! Chi argentu?! un.... e qui una mala parola¹⁸⁰.
No, no: dite bene», la sosteneva Maffino Besozzo. «Non a sì estremi partiti si vuol ricorrere. Uccidere un tiranno cos'è mai! domani la plebe se ne fa un altro. È un direzzolare, e non ispegnere il ragno. Miglior via conoscevano i padri nostri. La religione stabilì in terra uno, maggiore dei re, perpetuo custode della giustizia, tutela al debole contro del prepotente. Quando in lui si aveva fiducia e a lui si ricorreva, l'innocenza trovava ascolto e la spada dei tiranni perdeva il filo contro al manto dei papi che copriva l'umanit
Datemi l'arme, all'insidioso acume Delle volpi di corte, i miti accenti, A me l'acciaro! dell'oppresse genti Dal furor dei tiranni è questo il nume.
I tiranni dell'Italia lo troveranno sul loro sentiero, sul loro sentiero imbrattato di sangue e di delitti e guai a loro! perché, codardamente fuggenti, gli lasceranno le loro mense imbandite ed i tappeti de' loro superbi palagi porteran per un pezzo l'impronta del suo rozzo calzare! Intanto egli è a Venezia per cui tanto aveva sospirato.
Io vidi gente sotto infino al ciglio; e 'l gran centauro disse: <<E' son tiranni che dier nel sangue e ne l'aver di piglio. Quivi si piangon li spietati danni; quivi e` Alessandro, e Dionisio fero, che fe' Cicilia aver dolorosi anni. E quella fronte c'ha 'l pel cosi` nero, e` Azzolino; e quell'altro ch'e` biondo, e` Opizzo da Esti, il qual per vero
Ma che volete, se il popolo considerasse con calma la propria potenza e ne sapesse con coscienza e tranquilla risoluzione trarre profitto, certo non vi sarebbero tiranni, non vi sarebbero impostori.
Nella mattina del 6 maggio Talamone fu salutato dai rappresentanti delle cento Sorelle, e lo ricorderò quel giorno! Rappresentanti delle cento sorelle, sì! Ma non rappresentanti del genere dei 229 che in quella stessa epoca vendevano la più bella delle gemme italiane, Nizza! Oggi coronata di fiori e stuprata negli abbracciamenti del più vile dei tiranni! Non rappresentanti di quella turpe genía che provvede i consorti e cointeressati, ma rappresentanti della dignit
Garibaldi per tutta risposta s'era recato a Sinalunga sul confine romano e Rattazzi ve lo faceva arrestare e tradurre alla fortezza di Alessandria. Lungo il viaggio, a Pistoja, Garibaldi consegnava a Del Vecchio, da pubblicare, questa lettera: «I Romani hanno il diritto degli schiavi: insorgere contro i loro tiranni, i preti.
Si nasce tiranni, come si nasce biondi o bruni; e chi ha questa sventura deve esercitare la tirannide, in qualunque strato sociale egli nasca; qualunque sia l'educazione ch'egli riceve.
Il tiranno del sonno gli ha soggiogati. È una cosa molto noiosa, non è vero, quella di venir sempre dominati dai nostri bisogni, e di non poter sbarazzarcene? Aggiungete che questi nostri tiranni ci costano un occhio del capo.
Parola Del Giorno
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