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Aggiornato: 26 maggio 2025


Io dormiva nella bottega, sopra un divano sconquassato e pensavo sempre a lei che se n'era fuggita. Tre mesi senza vederla! Considerate voi che siete padre!... Avete figlie?... Caspita! Figlie? Ne tengo tre... Peppenella! Peppenè!... e chiamava una ragazzetta ch'era fuori nella via a giocare Trase, viene cc

Questa arte dovevi far tu, quando eri giovane. NEPITA. E ti par dunque ch'or sia vecchia? ESSANDRO. Mi par, no; lo tengo per certo, . NEPITA. Dunque hai per certo che sia vecchia? ESSANDRO. Tu stessa il dici. NEPITA. Menti per la gola: odoro piú io morta che tu non puzzi viva, e a tuo dispetto son piú aggraziata di te.

Perciò io tengo per fermo, che le nostre municipalit

E poi.... questo duca Massimiliano... Lascia il duca Massimiliano... e pensa alla sola causa sforzesca e al duca di Bari, e più che tutto, a que' scomunicati braconi, che faranno il diavolo, e peggio, se mai venisse lor fatto di rimettere il piede qui. Tu parli bene; ma io tengo che ci verranno senz' altro i braconi.

Dopo tanta miseria, al fine, un giorno verrá pur lieto e, dopo tante morti, una che mi trarrá di questi affanni. Questo s'acquista. ARTEMONA. E va'; riserba altrove tanta disperazion: ché, se sapessi il lor cervello come è dentro fatto, com'io so giá per mille, non potresti se non sperar. Ti giuro, sopra questa anima peccatrice, ch'io la tengo piú sicura che s'io l'avessi in casa.

Dentro non possono intrare se non quando la propria volontá vuole. E perché tengo Io in tanta pena e affliczione questa anima atorniata da tanti nemici?

Non saria il tuo meglio? ché allor forse saresti un'altra volta tornato giovan, come ancor giá fosti, e piú atto a l'amor ch'ora non sei. Non perder la speranza. GIRIFALCO. E che? Saremmo forse come leggiam de la fenice, noi innamorati? PILASTRINO. Tu sol sei fra tutti fenice. Gli altri li vo' dir pipioni. Ma, s'Amor non si muta di costume, tengo scorciare a vecchia fenice con l'ali il volo.

Sii tranquillo, e lascia fare a me. Tu sai pure che ho un nascondiglio sicuro dove tengo i miei contrabbandi. Io sfido il diavolo a scoprirli.

DOTTORE. Non lo dubito, ma lo tengo per certo: perché intendo che da Pirino e da Forca ti sia stata sbalzata di casa. MANGONE. Saranno eglino prima sbalzati da una forca. DOTTORE. Di grazia, toglimi da tale ambascia, ché mi bolle nel cor un strano desiderio di vederla. MANGONE. Volentieri. O Filace, o Filace! FILACE. Che volete? MANGONE. Che cali giú Melitea, ché la vuole veder il dottore.

PASQUELLA. Mostra. Oh! Tu volevi fare acconciare il fiocco. Perché non l'hai fatto? GIGLIO. Io le farò acconciar otra volta: y, per dezir la verdade, io non me ne so accordado. PASQUELLA. Oh! È segno che tu facevi un gran conto di me, feminaccio che tu sei! Mi vien voglia... GIGLIO. Non vi corruzate, madonna, con vostro figliuolo; que ben sapite que non tengo otra amiga que vos.

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