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Poi ho voluto avere Evelina.... per tenerla lontana da te.... e per esser io vicina a te.... ma tutto ciò senza pensarci, senza un calcolo prestabilito.... per forza!... come sapevo che per forza doveva finir così.... E mentre ti facevo tutti quegli sgarbi, ero sincera.... Era vero che ti odiavo! Ti odiavo, ti odiavo, perchè capivo che.... per forza.... sarebbe finita così.... così.

No, egli non ne desiderava nessuna! La morta lo aveva preso con .... Come aveva dovuto amarlo!... Più di lei! di un amore più cieco ed assoluto del suo, contro cui la gelosia nulla poteva, che si faceva invece più saldo ora che si vedeva meno apprezzato!... Che cosa voleva dire esser gelosi?... Ella avrebbe voluto amarlo come lei, avrebbe voluto essere lei, sollevarla dalla bara in cui era stata composta, spirarle la sua propria vita, per ridarla a lui, per farlo felice.... Ella se ne sarebbe andata lontano, in qualche parte; o piuttosto lo avrebbe scongiurato di tenerla ancora con lui, in un angolo, per servirlo, contenta dello spettacolo della sua felicit

S'io fossi stato libero, non avrei trovati ostacoli per impossessarmi di quella donna, anche a costo di farla rubare e di tenerla chiusa finchè avesse ceduto.... Così, invece, stava rigidamente fra noi la nostra condizione di gente legata ad altri, e non eran più ostacoli materiali che ci si frapponevano, ma spettri di convenzioni, scrupoli e paure.

Evelina, perciò, doveva pensar lei, a sopprimere i giornali, a rispondere alle lettere, ai telegrammi. Doveva pensar lei alla casa e al duca; Nora le aveva affidate tutte le chiavi, e perchè le avesse sempre pronte con , le aveva regalato anche la sua magnifica borsetta, quella colla cerniera e la catenella d'oro.... e le aveva regalato anche la cintura d'argento russo da tenerla appesa.... e anche della tela, molta tela in pezza, la magnifica tela di casa Casalbara, che Evelina aveva gi

Allora fu di moda a Verona, che le signore più elette si dessero l'aria di consigliarla, di guidarla, insomma di tenerla di conto, come fosse un po' il Baby di tutte quante. La contessina rideva e le lasciava dire, ma, in fine, erano sempre loro che la seguivano e la obbedivano in ogni capriccio.

Un eccesso di delirio spaventevole la prese quasi subito. Si strappò i capelli, si lacerò le carni colle unghie, si rotolò per terra forsennatamente. O'Donovan e Omar penarono molto a tenerla ferma e a riadagiarla sulla coperta.

Fu per qualche ora inquieta, irascibile; sgridò la cameriera ostinandosi a credere che fosse stata lei ad avvertire il dottore Sauri e a farla passar per malata, e dicendo che non permetteva alla sua servitù di tenerla sotto tutela. Era lei la padrona di casa, se lo ricordassero bene. E per cominciare, rinnovava, nel modo più categorico, l'ordine di non ricever nessuno.

Roberto si trovava in una stanza attigua al cortile, e sorvegliata da un secondino, stanza ove si custodivano varii attrezzi. Egli udì tutto. Uscì fuori, tenendo in mano una torcia accesa, si fece largo tra' compagni, gl'impiegati, e, in un attimo, si calò nel pozzo. Guardò bene verso il fondo: poi dette la torcia al soprintendente, dicendogli come dovea tenerla appoggiata all'orlo.

Il silenzio di Cristina non le era certo di buon augurio. In che modo non le avea più chiesto neppur il denaro occorrente alle spese ordinarie per la bambina? Lo anticipava ella stessa per aver diritto di sostenere d'essersi sottoposta a perdite gravi: per accrescer le spese; chi sa: per acquistare sempre maggior preponderanza su di lei e sempre più tenerla avvinta ne' suoi artigli.

Vi pregherò di presentarle i miei omaggi. Grazie, marchese! Giorgio era stato più amabile del solito col Vharè, e per poco non lo invitava a Santo Fiore!... Per Dio, il conte Della Valle, certo non aveva l'aria di far morire sua moglie, o di tenerla relegata nel fondo di una torre come un tiranno del Medio Evo!... Dunque? Che cosa pensare?