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Aggiornato: 13 giugno 2025


Tutte le audacie ci sono permesse, tanto quello della penna come quelle della parola. Per dire altamente l'animo nostro non abbiamo bisogno di mascherarci dietro una rivista teatrale o di fischiare una bella commedia, o di applaudire una brutta. L'arte non deve nulla temere da noi; possiamo meditarla tranquilli, sciolti, senza manette ai polsi e senza vischio alle labbra.

Conosci Giove? sei forse entrato nelle sue grazie? No, lo conosco appena, e forse non lo conosco nemmeno. Potrebbe esser lui e non esserlo. Ce ne vedevo tanti, nel palchetto. Ho capito; l'Olimpo era a teatro; notò Filippo, con quel suo fare malizioso ed ingenuo. E poi, finita la stagione teatrale... Ne è cominciata un'altra ad un teatro di prosa.

Parlandone per caso coll'Isabella, una loro sorella maritata a quel capo ameno di Isidoro Giambelli, agente teatrale, misero anche a lei una gran voglia di essere della partita; ma non si poteva lasciare a casa la suocera, la famosa ex-mima della Scala, che conserva ancora qualche reminiscenza dell'antico belletto tra le rughe della sua carta geografica, voglio dire della sua faccia.

Non disse "la signora Laner"; disse soltanto coll'effusione un po' teatrale dello zio Matteo "la mia buona, la mia cara Evelina!" Pietro non lo presentò; anzi, quando tutti insieme se ne andarono dal terrazzo, Nora gli passò dinanzi senza nemmeno guardarlo, più alta, più diritta, più superba.

Infine, che serve? c'è sempre nei ripostigli della coscienza una buona ragione, per indurci a fare quello che più ci talenta. E siccome poi in tutte le strade per cui un uomo si mette, egli ci na sempre a trovare qualcosa che dia nuovo indirizzo al suo vivere, sentite che nuovo caso intervenne al nostro signor baccelliere, ridiventato giornalista teatrale.

Il più vecchio, il più magro, il più consunto dei ciuchi un censore teatrale della specie diviene nelle loro mani brioso come una vedova che si rimarita, uno scolaro in vacanza.

È da notarsi, per altro, che egli ricevette in quel torno una lettera del giornalista teatrale, che domandava a lui «poeta inarrivabile, speranza del Parnaso italiano» quattro versi, anche brevi, da stamparsi sotto il ritratto d'una ballerina, alla quale egli, il buon frate brodaio della gloria, doveva fare l'omaggio d'uso, in occasione della sua serata al Regio.

Fortunatamente per lui il bravo giornalista aveva quella sera da compiere il suo giro teatrale e non si tratteneva che pochi minuti. Scambiate alcune parole intorno allo spettacolo, si dispose a partire, invitando Ariberti ad andare con lui.

Il De Carlo, uomo rigido negli affari, silenzioso quando occorreva, amante de' colpi di scena, e che avea spesso qualche cosa di teatrale, si accostò al banchiere e gli pose sott'occhio gli astucci, aperti, ov'erano i gioielli. Un sorriso diabolico illuminò la fisonomia del Weill-Myot. Centomila franchi! riprese il gioielliere, e state sicuro che non ci rimetterete nulla....

Capisco; voi non avete letto le novelle del Verga e molto meno le mie, o ne avete letto qualcuna per caso, alla lesta, fra una cronaca teatrale e l'altra; si vede che voi, critico teatrale accurato e coscenzioso, non vi siete neppure dato l'incomodo di confrontare la Cavalleria rusticana opera melodrammatica, con la novella o col dramma in un atto da cui è tratta; anzi di Cavalleria rusticana deve esservi rimasto in mente soltanto il libretto, se appioppate al Verga la grulleria melodrammatica: Oh, che bel mestiere, fare il carrettiere!

Parola Del Giorno

emiliano

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