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Aggiornato: 13 giugno 2025


Nessun artificio teatrale è messo in opera per ottenere qualcuno dei soliti effetti; sono però adoprati altri artifici per raggiungere determinati effetti, e viziosi quanto quelli voluti evitare. Tutti i personaggi hanno orrore di dire la parola giusta, di servirsi dell'espressione più semplice e quindi più efficace.

Infatti egli diceva ultimamente al suo traduttore francese, conte Prozor: L'importante, la cosa principale in un'opera teatrale è l'azione, la vita. Il resto è accessorio. Per noi semplici mortali, non grandi artisti come lei rispondeva il Prozor non sono cose accessorie le idee. Ma tutti scrivendo manifestano idee. Che cosa fanno dunque gli altri autori drammatici?

Vi sono due righe nelle Memorie Artistiche, le quali, nella loro ingenua schiettezza, commuovono grandemente. Quelle due righe rivelano una immensa angoscia di artista. «L'amore per l'arte che ho debolmente professata e professo scrive il Pacini, entrando a parlare del suo proposito di ritirarsi momentaneamente dall'arringo teatrale non mi ha lasciato mai un po' di tregua.

Colpita al cuore dalla tremenda delusione ch'era successa a tanto rifiorir di speranze, la popolazione si riebbe all'annunzio del fiero decreto. Era un'ebbrezza simile a quella del marzo 1848, ma meno teatrale, ma più virile, più degna d'uomini preparati a morire.

C'è l'abate Pildani! essa disse a voce bassa. Oh, il celebre abate! osservò Antonietta, facendo un gesto teatrale. Che passi! Ma erano scorsi alcuni secondi, e l'abate non si presentava. Egli era occupatissimo nell'anticamera a guardare, a interrogare la ragazza avvenente e grassotta, la cui vista lo giocondava.

Sicuro; li stampavo sul Trovatore, un giornaletto teatrale di Padova, e glieli facevo pervenire con delle iniziali molto trasparenti. Seppi più tardi che la siora Nina non sapeva leggere più in l

L'uomo per virtú della illusione teatrale può arrivare a tanto ch'egli persuada a se stesso d'essere vissuto trentasei ore, quando non ne ha vissute che le poche tre per le quali dura lo spettacolo. L'esattezza del computo non è da porsi in dubbio, poiché il Buon gusto egli medesimo, armato di gesso, sedeva alla lavagna, disegnando: 36 = 3.

Questi erano gli obblighi suoi: mettere in prosa robusta, condita di superlativi senza risparmio, le lavature di ceci d'un protettore mal pratico; tessere, su quattro note d'un procolo, una biografia coi fiocchi, battendo molto sulla grazia, sulla bellezza e sugli studi indefessi dell'alunna di Tersicore, o del prediletto di Euterpe, e parlando sopratutto del fanatismo destato nei concerti di Boston, o al gran teatro di Tiflis; poi tradurre da certi ritagli di giornali forestieri, ma solo quel tanto che risguardava i trionfi dell'abbonato, e aggiustandovi un cappello, possibilmente il più fuori d'equilibrio; e finalmente, allungare alla misura convenevole, rimpinzare di frasi, lardellare d'aggettivi, il racconto d'una serata teatrale.

E voi lo conoscete? L'ho incontrato quattro volte ne' miei viaggi. Voi sapete che io ho percorso come artista e come impresario teatrale, quasi tutta l'Europa e una buona met

Non si è ancora perduta a quest'epoca la consuetudine di adunare il popolo a discutere di politica nei luoghi ordinariamente destinati agli spettacoli dell'opera e della commedia; vi è sempre qualche cosa di teatrale, di spettacoloso e di comico in ogni assembramento di politicanti; l'ambiente, in ogni caso, risponde al carattere dei personaggi e consuona coll'enfasi dei discorsi.

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