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Aggiornato: 27 giugno 2025
Sì, sono io, rispose gravemente l'uffiziale giudiziario; e non mi spiace d'essere io, perchè un altro non potrebbe far meglio di me; devo pignorare i tuoi quadri, i tuoi mobili, lasciandoti i pennelli e la tavolozza, gli strumenti professionali; sono stato a casa tua, ma il portinaio mi ha detto che eri uscito e mi ha anche confessato che tu appigioni due stanze mobiliate; se appena appena pignoravo un tavolino il padrone faceva opposizione e il governo ci rimetteva le spese. Ma come è stato? Sicuramente una distrazione; benedetti artisti! voi altri non vi ricordate mai di nulla, e il povero esattore ha da vivere anche lui e dar da mangiare al governo... Sicuramente... è l'esattore che mi manda. Hai lasciato trascorrere tutti i termini di legge, non hai pagato mai... e ha mandato me del terzo mandamento perchè la fatalit
Due anni di sogni, che t'assediano la notte; e tempo sprecato a gittar vane linee sopra la carta, a rimpastar colori su d'una disusata tavolozza, e scombiccherar col pennello le tele fruste del povero tuo maestro, ecco quel che facesti, l'arra del tuo avvenire!
Il rancio, il rosato e il verdognolo, magnifici colori che l'alba tiene in serbo nella sua tavolozza d'estate e d'autunno, cedevano qui il luogo ad una tinta pallida, tra turchiniccia e cenerognola, unico segno della mattutina risurrezione del creato. Sul ripiano davanti alla chiesuola stavano quattro persone aspettando.
Io alloggiai in casa d'un prete, il quale mi ammannì un piatto di maccheroni al pomodoro e mi diede una camicia di bucato, in cambio della mia che rassomigliava alla tavolozza d'un pittore. Però essa era di finissimo lino, e l'accorto prete giudaicamente me ne infilò una di cotone piuttosto sdruscita. Badate ch'è consacrata, ei mi disse con ciera di furfante.
Il marmo resiste, immobile, incoloro; la tavolozza non d
Invece di ringraziare Ippolito con le parole che prime gli si offrirono, depose tavolozza e pennello sul trespolo, e fece ridere suo cugino. Egli stando in piedi interrogò con calma. Dunque i maligni ti hanno detto..... che cosa ti hanno detto i maligni?... Mi hanno detto nient'altro che tu sei un... scusami se ripeto le loro parole.... che tu sei un morto di fame.
E noi, i quali l'abbiamo fatta sospirar tanto al cortese lettore, siamo impacciati a dipingerla, temendo forte che la grande aspettazione da noi prodotta non faccia torto ai grami colori della nostra tavolozza e alla imperizia del nostro pennello. La bella Ginevra dagli occhi verdi.
A mala pena lo vide comparire sul ponte, Spinello depose la tavolozza, si calò a furia dal trespolo su cui stava seduto, e andò a piangero lagrime di tenerezza tra le braccia di messer Dardano. Su, su, ragazzo mio! disse il vecchio gentiluomo. Non vi commovete più del bisogno. Che cosa c'è egli di strano? Ho voluto vedervi ed abbracciarvi ancora una volta, prima di andarmene ad patres.
Ci siamo! esclamò finalmente il pittore, dopo una mezz'ora di lavoro silenzioso, e buttati da canto tavolozza e pennelli, levatosi in piedi e indietreggiando di qualche passo con una mano sugli occhi a guisa di visiera, si mise ad esaminare l'opera propria.
Sono i dolci con loro forme brevi, leggiadre, aggraziate, che sembrano fiori, frutta, cuori, farfalle; coi loro colori delicati, molli: il cristallino-roseo, il verde-opalino, il bianco-grigio, il violetto pallido, che si fondono, si armonizzano in una tavolozza di tinte sfumate e gradevoli all'occhio.
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