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Aggiornato: 6 luglio 2025
Nino alla sua tavola si arricciava i baffi, dimenticando di offrire le vivande a Nunziata; e Nunziata, senza smettere di discorrere e di sorridere, amabilissima, si mordeva le labbra scarlatte e faceva girare e rigirare gli anelli sulle dita delicate. D'un tratto disse come per caso che proprio oggi aveva ricevuto una lettera dal conte Melindo di Tarbìa. Melindo di Tarbìa? Subito Nino si rabbuiò.
Si apparecchiò la caccia nella macchia di Valquerciame, bosco famoso, a non molti chilometri da Scaricabarili. Re Zuccone, vecchio e podagroso, non seguiva più le cacce da qualche lustro ed aveva preferito sempre una buona mensa a questi divertimenti faticosi, e la selvaggina e la cacciagione in tavola alle fiere nelle selve. La Principessa invitata, avrebbe voluto, ma non ardì scusarsi; e promise di trovarsi al convegno, con pochi gentiluomini ed alquante gentildonne di Corte. Il monarca d'Introibo, il despota di Exibo e l'autocrate d'Antibo partirono nottetempo dalla citt
Mia moglie è eccessivamente collerica, dice il marito. Mio marito, mi uccide colla sua flemma, oppone la moglie. Io amo la buona tavola, e costei mi fa digiunare per soddisfare al suo lusso. Io detesto gli odori, e costui fuma giorno e notte nella pipa. Io amo il letto soffice, e costei pretende che io dorma sul duro.... Egli ha il difetto di russare.... Costei ha il difetto.... di....
Al grido di Bambina, all'annunzio dell'arrivo della polizia, essi avevano compreso in un lampo che sarebbe stato loro impossibile di fuggire, e che la fuga avrebbe servito al contrario come indizio della colpevolezza della riunione. Tutti qui! gridò il delegato di Foggia, sedetevi intorno la tavola. E' tirò allora di tasca un pugno di moneta ed un mazzo di carte.
Che direste se il mio buon amico Abù vi pigliasse i piedi e ve li arrostisse sui carboni accesi. Miserabile! Potete fare a meno di dispensare dei titoli che non ci fanno nè caldo nè freddo. Orsù, padron Notis, carte in tavola: che avete fatto di Abd-el-Kerim? Ah! tu vuoi sapere che feci del tuo padrone? Ebbene ti dirò che egli è morto.
L'Ersilia abbassò il capo e quando fu a tavola mangiò tutto di bonissimo appetito, senza d
Un altro manoscritto di quel tempo narra che il trono era «alzato solamente di due gradini» e aggiunge che essendo ito il doge a deporre l'abito cerimoniale, e avendo indossato un abito color violetto, sedette a mensa «su d'un fonteglio.» Altri, nello stile d'allora, avrebbe voltato il francese fauteuil in «sedia d'appoggio.» Ma non badiamo a queste minuzie e seguitiamo col manoscritto. «Molte dame, delle principali della Corte e delle più qualificate, erano accorse a veder pranzare il Duce e gli facevano corona all'intorno, quando, essendogli presentato il dessert, le regalò dei più bei frutti della tavola.
Intanto alla mattina si alzava alla solita ora per leggere il breviario: andava a trovare le capre verso mezzodì, a merenda faceva una passeggiata e all'avemaria mangiava la cena preparata da Moschetto. Le campane suonavano a distesa entrambe sopra il suo capo: ed egli, seduto a tavola, beveva malinconicamente il freddo vinello di Salò mormorando a voce bassa: Oh! Pepa! chi l'avrebbe detto?
Quel giorno nessuno volle scendere a pranzo, la tavola di famiglia rimase deserta.
Seduto accanto alla tavola di cucina, Maurizio si divertì ad ordinare in varie forme parecchi tasselli di quell'alfabeto infantile. Cominciò col nome di Biancolina, e finì con quello di Gisella, tenendo desta l'attenzione dei ragazzi, e ammirando la prontezza con cui sillabava la piccola Rosina. Così nessuno si avvide della contessa Gisella, quando ella apparve sull'aia; e la bella signora, capitando improvvisamente l
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