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Aggiornato: 22 giugno 2025
Josie, Josie mia, mentre salivo a te, simile ero allo spasimo accelerato della lussuria che nella tua carne so spingere a forza di carezze!... Simile ero allo spasimo che ti morde le viscere, e a poco a poco bruciandoti il dorso, annegandoti gli occhi, soffocandoti il petto d'angoscia e di piacere, fa scoppiar la tua bocca in un altissimo grido, e lancia alfine la tua anima in fiamme nell'Infinito!...
91 O maladetto, o abominoso ordigno, che fabricato nel tartareo fondo fosti per man di Belzebù maligno che ruinar per te disegnò il mondo, all'inferno, onde uscisti, ti rasigno. Così dicendo, lo gittò in profondo. Il vento intanto le gonfiate vele spinge alla via de l'isola crudele.
43 Tu m'hai, Ruggier, lasciata: io te non voglio, né lasciarti volendo anco potrei; ma per uscir d'affanno e di cordoglio, posso e voglio, finire i giorni miei. Di non morirti in grazia sol mi doglio; che se concesso m'avessero i dei ch'io fossi morta quando t'era grata, morte non fu giamai tanto beata.
Finora, proprio, sto meglio con te! disse Bruno. Ma tu fa finta di non saperlo, perchè la mamma vuole che io stia meglio con lei, e il pap
Beatrice si desta: teneva tuttavia le braccia sollevate; ella le lascia cadere di peso su la coltre, e sospira. Crucciosa di essersi lasciata illudere da un sogno, si chiude sotto i lini; il seno candidissimo si affonda fra le piume, e i biondi capelli si spandono pei guanciali. Irridendo se stessa ella diceva: Misera! Ormai avresti dovuto imparare a prova come i contenti per te sieno sogni, le sole amarezze vere. Guido con braccia di carne potr
Simile qui con simile e` sepolto, e i monimenti son piu` e men caldi>>. E poi ch'a la man destra si fu volto, passammo tra i martiri e li alti spaldi. Inferno: Canto X Ora sen va per un secreto calle, tra 'l muro de la terra e li martiri, lo mio maestro, e io dopo le spalle. <<O virtu` somma, che per li empi giri mi volvi>>, cominciai, <<com'a te piace, parlami, e sodisfammi a' miei disiri.
FORCA. E di che cosa? PANFAGO. Crepo della traditora fame. FORCA. Dio ti ci mantegna. PIRINO. Panfago, abbiamo bisogno di te; e se ci aiuti, te ne aremo obligo. PANFAGO. Per acquistarmi la vostra grazia andrei nel fuoco. PIRINO. Se, non avendomi mai fatto servigio, la casa mia t'è stata sempre aperta, pensa che sará se ricevo da te cosí segnalato servigio.
Amor, che su per l'alto il volo affretti, Ed in terra ed in mar dispieghi l'ali, Sì ch'al nome di te rendi soggetti Con la faretra eterna i cor mortali, Amor mio solo nume, odi i miei detti, E contra quel fellon reggi miei strali, Perchè sgombrando il cor d'aspri dolori Più le tue leggi e le tue forze onori.
Damiano! diceva intanto: chi m'avesse detto che t'avrei trovato qui?.... È una gran birbonata che t'han fatto, lo so bene!... Oh, se potessi!... Intanto, è stata la Provvidenza che mi fa capitar qui adesso... Io ho del cuore.... sai? E per te...
«Omai», diss’ io, «non vo’ che più favelle, malvagio traditor; ch’a la tua onta io porterò di te vere novelle». «Va via», rispuose, «e ciò che tu vuoi conta; ma non tacer, se tu di qua entro eschi, di quel ch’ebbe or così la lingua pronta. El piange qui l’argento de’ Franceschi:
Parola Del Giorno
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