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Aggiornato: 10 maggio 2025
La casa di che nacque il vostro fleto, per lo giusto disdegno che v'ha morti, e puose fine al vostro viver lieto, era onorata, essa e suoi consorti: o Buondelmonte, quanto mal fuggisti le nozze sue per li altrui conforti! Molti sarebber lieti, che son tristi, se Dio t'avesse conceduto ad Ema la prima volta ch'a citta` venisti.
«E quante volte non dubitò mettere la sua vita in pericolo per salvare uno di noi che sull'orlo della nave ammiraglia minacciasse cadere in mare o nelle mani del nemico; e tu, Pierozzo, dovresti ricordartene, chi sa in che fonda scogliera te ne staresti adesso a macerar le tue carni, se Candiano, con quel suo braccio di ferro, non t'avesse sostenuto di tutto peso pel buricchetto nella giornata della Spezia.»
TEODOSIO. Chi t'avesse detto, Teodosio, scampato di man di turchi, venir alla tua patria, trovar la moglie viva e la figliuola? SQUADRA. Sento venir genti, ed è Mastica e il romano: scostiamci ché non ci veggano e ci prendano per suspetti, e ascoltiamo da canto la riuscita. TRASILOGO. Meglio sará che ci partiamo, ché potremo dimandargli il successo a bel aggio.
CLEMENZIA. Se io lo so, perché mel dici? Segui. LELIA. Perché, se questo non t'avesse ridetto, non potresti saper quel che segue. Avvenne che, in que' tempi, Flamminio Carandini, per esser de la parte che noi, prese stretta amicizia con mio padre; e, ogni giorno, ogni giorno, veniva in casa; e, alcuna volta, molto segretamente mi mirava, poi, sospirando, ancora abbassava gli occhi.
La casa di che nacque il vostro fleto, per lo giusto disdegno che v'ha morti, e puose fine al vostro viver lieto, era onorata, essa e suoi consorti: o Buondelmonte, quanto mal fuggisti le nozze sue per li altrui conforti! Molti sarebber lieti, che son tristi, se Dio t'avesse conceduto ad Ema la prima volta ch'a citta` venisti.
Viva noi, buoni amici! gridò Bernardone entrando nella tana affumicata. Viva! risposero in coro tutti. E l'un d'essi, levando il pugno: Finalmente! si credeva che il vino t'avesse inchiodato a quest'ora sopra o sotto le panche dell'osteria! Eh! malann'aggia, non son novizio come tu, Barello. E poi, non abbiam per noi tutta la notte?
Vien, di grazia, presto; se non, mi rimanderebbe un'altra volta a cercarte né crederebbe ch'io t'avesse fatto l'ambasciata. LELIA. Orsú! Va', Pasquella, ch'io verrò. Burlavo teco. PASQUELLA. Quando, gioia mia? LELIA. Presto. PASQUELLA. Quanto presto? LELIA. Tosto. Va'. PASQUELLA. T'aspettarò all'uscio di casa, veh! LELIA. Sí, sí. PASQUELLA. Uh! Sai? Se tu non vieni, m'adirarò.
«Esci un momento della gondola.» Queste furono le prime parole che Candiano volse ad Alberigo. «Che cosa volete?» gli domandò questi con voce tremante, e saltò a terra. Trascinato dalla mano dell'ammiraglio, entrò con lui nel palazzo. «Se la fortuna non t'avesse portato qui, io t'avrei cerco egualmente;» gli disse Candiano. «Che cosa avete a dirmi, ammiraglio?»
E a lui, con grande rimproverio, gli sará rimproverato dalla mia Veritá, se egli non si corregge, per lo modo che conta nel sancto Evangelio, dicendo: «Io ebbi fame e non mi desti mangiare; ebbi sete, e non mi desti bere; nudo fui, e non mi vestisti; infermo e in carcere, e non mi visitasti». E non gli varrá in quello ultimo di scusarsi, dicendo: Io non ti viddi mai, ché, se io t'avesse veduto, io l'arei facto.
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