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Aggiornato: 31 maggio 2025
FILOCRATE solo, FRONESIA. FILOCRATE. Di quanto amaro, Amor, temprasti il mele! di quanto assenzio che, per farmi al mondo unico esempio d'ogni sventurato, gustar mi festi! Ahi! Qual veleno e tòsco nel core i dolci frutti recato hanno! Di quanto fel, di quanto acerbo ed acro opprimen l'alma! Oimè, lasso!
Sventurato! mai in tutta la vita sua non aveva inteso dirigersi quella parola soave; non aveva gustato mai la dolcezza dei domestici affetti; aveva sempre ambito, ma anche disperato di poter mai dire «O padre mio». Ed ora Sarebbe possibile? questo sconosciuto sarebbe il padre mio? Eppure deve ben essere così. E chi altri se non un padre si curerebbe di un miserabile gi
Ma insomma, ma insomma, riprese lo sventurato, una parola è dunque così difficile a dire? Tu non ti rendi dunque conto che quel silenzio sar
Bianca stava sbigottita e muta presso al padre, guardava di soppiatto Anselmo cui nè lo squallor della carcere, nè i sostenuti patimenti, per nulla aveano scemato alla nobile fierezza del volto e all'avvenenza delle forme. Non volea applaudire agli inauditi crudi modi del padre, chè non gliele consentiva il cuore, ma non ardiva sciogliere accento per raddolcirne la fierezza; ben sapea che tanto stato sarebbe il segnale di morte pel prigioniere sventurato. Tremava la combattuta fanciulla, e riguardava Anselmo con un misto di piet
Giacomo e Bernardino Cènci tenevano le stanghe davanti, le posteriori Lucrezia Petroni e Beatrice. Il morto era Virgilio. Dio aveva accolto la seconda parte della preghiera dello sventurato fanciullo: egli dormiva nella sua pace.
Prima che sia scritta l'ultima parola di questa sentenza, da cui dipende la sorte di uno sventurato affermò il presidente io chiedo alla Rota di poterle sottoporre alcune nuove riflessioni. Ormai è tardi! replicò l'auditore Pantellini. La Rota ha gi
Nessuno rispondeva alla pietosa domanda. Lo sventurato stette prosteso senza ardimento di aprire gli occhi, come colui che si avvisava di schiuderli a nuovi dolori: gi
Se, dunque, questo povero sventurato esiste, l’ha scappata bella! Carlo L’ha scappata bella? Sicchè non...? Francesco Gi
Abd-el-Kerim non rispose. Lo sventurato conobbe di essere perduto. Te lo dirò io, allora. Fu per allontanare l'accusa che gravita sul tuo capo. Ma quale, quale accusa? gridò il prigioniero. Di aver amato una donna che si chiama Fathma! Abd-el-Kerim cacciò fuori un urlo d'angoscia e indietreggiò fino alla parete della capanna, coi capelli irti, gli occhi stravolti.
Per me è come se sapesse, se avesse delle prove. No. Devi salvare un uomo che ti ama, che vive di te e per te, che per amore divenne vile, e povero, e sventurato. Gli devi ridare la fede. Oh, non ti sar
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