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Il fatto è che Donato aveva il cervello in processione e il borsello vuoto. Nel lasciare la paterna villetta, egli si era pure reso conto, con un rapido esame di coscienza, di questo vero sacrosanto, che non gli rimaneva più un quattrinello in tasca, ma il signor padre non chiese informazioni e il signor figlio non osò darne; e Donato partì, e venne a Milano, e ci visse sei lunghi giorni e quasi il settimo, con mille idee nel capo e con un nuovissimo tesoro in cuore ma senza uno spicciolo. Per fortuna lo scetticismo degli osti non regge quasi mai allo spettacolo dell'ingenuo entusiasmo con cui gli studiosi sogliono divorare le pagnotte e il resto; nell'et

E hanno lanciato alla Patria un bando, che, se raccogliesse consenso, convertirebbe tutti gli studiosi, e massime quelli di piú forte ingegno, in una repubblica di stampatori. Che dici di questa idea. Maestro? Foscolo Dico che «io vorrei che cessasse questa libidine di codici e di varie lezioni. Questi sono i fasti della bella letteratura italiana nei secoli passati.

Ma un uomo di gran sapere, lo Scheffer-Boichorst, fu il primo a dimostrare di quanto rilievo fosse il breve Commento e vi rivolse l'attenzione degli studiosi. Egli pose in chiaro l'analogia che è fra alcuni brani del Commento e il Capitolo di Jacopo, intitolato Divisione: e analogia di sostanza e di dettato.

Gli studiosi italiani che dal '70 all'80 circa si recavano in Germania, lasciavano un paese dove gli studî erano tenuti in pochissimo conto, gli studiosi remunerati poco o nulla, le biblioteche sprovviste, le facolt

Ora io vorrei che parecchi studiosi delle diverse provincie siciliane prendessero in mano, come autorevole testo, il libro di lui, e lo arricchissero di aggiunte, di riscontri, di confronti, di note. Leggendo, e col semplice aiuto del lontano ricordo, io ho potuto notare parecchi usi e costumi viventi ancora in una provincia, e morti, o non mai esistiti in un'altra.

Torniamo a noi. Gli studiosi di cose classiche avrebbero dovuto in Italia dedicarsi a questa ulteriore elaborazione. Ad essa li esortavano la opportunit

No, è vero? La risposta non può essere dubbia. Andiamo avanti. È vero o non è vero che, ad onta di tanti perfezionamenti di metodi e di tanta folla di studiosi, ci troviamo imbarazzatissimi a cuoprire degnamente le cattedre vacanti, e specialmente quelle delle discipline piú importanti, specialmente quelle di letteratura italiana, specialissimamente quelle di letteratura latina?

Il tempo dei Vicerè spagnuoli era passato, ma anche in quello dei Vicerè italiani, del Fogliani p. e., di quanto si avvantaggiarono in proposito le condizioni letterarie? Solo sotto il Caracciolo le cose cominciarono a mutare aspetto, ed il Caramanico stimava gli uomini d’ingegno ed amava circondarsene. Non pochi poterono venire in fama per protezione del suo predecessore e di lui, che veramente faceva anche in letteratura, come gli altri Vicerè in politica e in amministrazione, la pioggia ed il buon tempo. Accennando al po’ di bene che agli studî apportava il Caramanico, studioso tra studiosi, il Bartels però osservava: Se il Vicerè non riconosce la dignit

«Primo: Un intento drammatico... È una mia idea che dramma voglia dire contrasto di passioni e che questo contrasto, questa lotta possa succedere tanto fra più individui, quanto in un solo... «Una ragione storica, critica e filologica: offrire agli studiosi una pittura, dei quadri, delle scene della vita greca del secolo di oro, colta nella sua fase forse più caratteristica e culminante....

«Intanto si preparino gli studiosi, con tenacia di voleri e concordia di spiriti, a contribuire al risorgimento italiano degli studî umanistici. Nei quali, pur ispirandosi alla severit