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Aggiornato: 14 giugno 2025


Gianbarba ha il dono della lestezza, convien rendergli questa giustizia. Nel tempo ch'io impiegai a scrivere una letteruccia di due pagine, egli andò e tornò dal mercato. Eccolo all'uscio del mio studiolo. Ho eseguito appuntino i suoi ordini, mi dice con viso radiante; gli asparagi costavano venticinque soldi al mazzo, ed io ne ho preso uno solo.... Benissimo!... è grosso?

Da quindici giorni ero abbattuto, stanco, annoiato, avvilito, senza più un pensiero alle cose antiche, senza passione per lo studio del tedesco, indifferente ad Heine e Goethe.... a tutto! Oh come mi erano cari quest'inverno i miei studi di tedesco su nel mio studiolo, quando tentavo di tradurre Lagrime e Sorrisi, e scrivevo, imitando il carattere di Lidia! Eppure guardavo di rado il suo ritratto.

S'io fossi stato buono, avessi baciato i bimbi, amato i poverelli e i fiori, e nel mio studiolo conservato il profumo della mia santa, senz'altro amore, senza ambizione, senza tormento, vedendo la morte lontana lontana, avrei dischiuso la mia porta alla mamma.... che veniva a casa, offrendomi una fanciulla che sapeva pregare.... E avrei vissuto. Ecco la vera pace.

Torno adesso dalla Pretura. Mio Dio! Come mi spaventa il mondo reale, il mondo della prosa, dei bisogni, degli affari. E mi chiudo nel mio studiolo: apro il mobiletto.... Oh mondo delle mie illusioni, della mia poesia, del mio cuore! Come mi sento felice!

Al pianterreno un allegro salottino, con un bel tappeto davanti al canapè, un tavolo rotondo nel mezzo; uno studiolo colla stufa, e gli scaffali pei libri, un tinello colla sua credenza a invetriate ove si vedevano le stoviglie, le tazze, i cristalli che brillavano per nitidezza; ed una cucina ben fornita di pentole e pentolini, casseruole e girarrosto.

E senza attender altro soggiunse parlando all'agente di cambio: Vieni di qua Borgetti. Passò nello studiolo con quest'ultimo: e Vanardi, rassegnandosi alla pazienza, tornò a sedersi presso il fuoco. Tra il marito di Lisa e l'agente di cambio aveva luogo il seguente dialogo: Ebbene? aveva ripreso Gustavo; che hai tu fatto? Secondo il tuo desiderio ho comperato di nuovo per fine mese. Quanto?

E, solissimo, m'ero dilungato fino ad una siepe d'ortaglia verso un bastione, e poi ad un corso remoto, e poi ai due pilastri di un ossario suburbano. M'ero chiuso nel mio studiolo: avevo nel fosco del crepuscolo acceso il lume, e cercavo la mia chiave per deporre in un cofanetto antico un lungo guanto a bracciale che odorava di serpente.

Parola Del Giorno

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