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Aggiornato: 2 luglio 2025


Scoccano le ore diciotto, ne mancano due sole, dissi nel mio cuore febbrilmente..... oh! Dei!! in quei momento giunge una polverosa vettura a due cavalli sudati e stanchi, piena zeppa di viaggiatori.

E poi fumo la pipa, e poi canto accompagnandomi sul pianoforte; e poi vado alla campagna a dare un'occhiata ai miei fondi... fino all'ora del desinare, che dura più d'un'ora... e poi leggo, o canto, o fumo la pipa... e appena annotta, mi caccio in letto... E al domani ricominci?... Ricomincio.... E non ti stanchi mai? Mai. E non ti vien mai voglia di parlare con chicchessia?

Fra i pioppi, mentre sorge alta la luna, al tardo passo de i cavalli stanchi, l’errante casa va de i saltimbanchi, inseguendo l’ignoto e la fortuna. V’è un lumicino ad una finestrella, e guizza e trema ne l’incerto andare; presso il lume, il suo pargolo a cullare, canta una donna con fioca favella;

Ciò avvenne forse ai tempi D'Omero e di Valmichi... Quella era un'altra Nancy. Questa Nancy trascinò i stanchi passi per ore ed ore traverso strade dritte e terribili chiamate «Avenue», con un lugubre marito da un lato, e una bimbetta piagnucolante dall'altro.

Nessuno dei tre fratelli, intanto, aveva pensato, per la loro immensa confusione, di invitare gli ospiti, almeno a sedere, tanto più che sembravano stanchi per lungo viaggio ferroviario. Meglio così forse, perocchè le sedie di Casa Blandis erano soltanto tredici, il solito numero di fiducia del pittore Alfredo. Civilt

Giungevano i connazionali fossero essi francs-tireurs o volontari stanchi, decimati dalle palle nemiche o dalla fame......... «Via! via presto che ci compromettete. I prussiani o i turchi hanno portato via tutto: nulla più abbiamo» e tante altre simili cantilene.

Nuove lotte. Pallido, la fronte corrugata, gli occhi stanchi, don Giorgio Castellani errava per la campagna, come un'anima in pena. Non parlava con nessuno, o pronunciava soltanto le parole necessarie. In casa, solo con Cristina, si forzava a parere calmo; le insegnava a leggere e a scrivere per ingannare il tempo e se stesso. Poi si chiudeva nella sua camera col pretesto di un urgente lavoro.

Corrompendo il Vergani, il Bizzarelli, il Brunetti, stanchi di farsi trappolare e rovinare da Matteo Cantasirena, era riuscito ad aver tanto in mano contro di lui da intimidirlo, ed occorrendo da poterglisi imporre.

Temo che Vicenzino si stanchi, rispose il signor Dogliani, e non sia poi in grado di venir domenica a Novara per la cerimonia; vogliamo esserci tutti; è una gran giornata domenica.... Vincenzo non rispose altro. Strinse forte la mano a tutti e due, e salì in fretta nel vagone. Vicenzino si rimetteva rapidamente.

Maria pensava: I contadini si ribellano!... Sono stanchi di soffrire!... Ma che speranze possono avere?... Cosa vogliono fare?... Cosa, in nome di Dio?!... Saranno schiacciati, puniti... Siamo nati per lavorare e soffrire, noi poveretti: è così da per tutto... lo diceva anche il povero Sandro!...

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