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Aggiornato: 23 giugno 2025
Ritirato nella mia stanza, mi gettai sul canapè, piansi dirottamente, e mi addormentai oppresso dalla stanchezza. Mio zio ebbe la delicatezza di non ritornare a parlarmi nè de' suoi progetti, nè de' miei amori, lasciando al tempo ed alla riflessione l'incarico di accomodare ogni cosa. Intanto io passava giorni malinconici e notti irrequiete, rotolandomi nel letto senza trovare riposo.
Una immensa stanchezza mi prostrava; tutte le membra mi pesavano. Reclinai il capo sul lembo del guanciale; rimasi alcuni minuti in quell'atto oppresso da una pena indefinita. Sussultai udendo la voce di Giuliana che diceva: Tu mi nascondi qualche cosa. No, no. Perché? Perché sento che tu mi nascondi una cosa. No, no; t'inganni. M'inganno. Tacque. Appoggiai di nuovo il capo sul lembo.
Un meriggio di luglio, un’afa bassa: io consunta di febbre, abbandonate su le lenzuola le braccia stroncate, e immobil come salma ne la cassa. Ne l’orrenda stanchezza un solo, acuto pensier: la bimba.
Fra loro, la moglie e la giovinetta figliuola dell'infermo; quella, abbandonata sulle ginocchia, accosciata per la stanchezza del dolore, e col volto bagnato delle lagrime scorrenti; questa, umilmente composta in atto di preghiera, accanto alla candela benedetta che ardeva da un lato, e tutta rassomigliante ad uno di que' serafini che vediamo effigiati ne' quadri dei nostri antichi pittori; bella quantunque pallidissima, spirante in ogni atto una calma rassegnata, un non so che di paradiso.
Era un profilo pensoso, reso più grave dall'attenzione, ombrato dai lunghi cigli; e le labbra serrate, un po' cadenti all'angolo, parevano involontariamente confessare una stanchezza e una tristezza estreme. Ella ascoltava mio fratello.
La sera dopo va a sentire la lettura di un bel poema, fatta da un uomo biondo, grasso, lento, con voce pastosa, piena di erre e di vocali, e sente un po' di stanchezza, e grida, e lo mandano via un'altra volta. Egli dice: «Io vi piglio a schiaffi tutti!» E il pubblico ride. Gli schiaffi collettivi non offendono l'onore.... E uno solo gli parla, a questo solo per combinazione è sovversivo, e Marinetti dice: «Ebbene, io voglio rendere lo schiaffo, da collettivo, individuale.» E gli d
Fin allora però Andrea resisteva bene alla fatica, e quando Carlo gli correva incontro nel cortile, e lo accompagnava in casa saltellandogli intorno e dicendogli che aveva fame, si rallegrava tutto, e non sentiva più la stanchezza.
Non sentiva più la stanchezza, si trovava sotto il fascino di una potente emozione, senza saper spiegarsene il perchè.
Ma invece di spiccare dal muro l'abito cilestrino, prese dalla sedia quello solito: si vestiva adagio, con una stanchezza in ogni atto, che impressionò la piccina abbastanza svelta non ostante tutti i suoi mali; Tina aveva un imbambolamento quasi pauroso sulla faccia. Per pettinarsi mise lo specchietto sul davanzale della finestra sedendovi innanzi sopra una scranna spagliata, nel mezzo del sole.
Quel giorno la conversazione era cominciata al primo nascere del sole, e aveva continuato senza interruzioni per tutta la strada. Epperò come fui vicino al villaggio di Sulzena, la stanchezza delle gambe prevalse. Si fece silenzio. Tramontava il sole, e pensavo a mia madre; due tra le infinite cose da cui germina la umana tristezza.
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