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Aggiornato: 24 giugno 2025
Signori disse il dottorone appendendosi il tovagliolo sotto il mento vi invito al maggiore raccoglimento, ad una concentrazione religiosa davanti a questa tavola imbandita con ogni ben di Dio. Mangiate, o signori; la mensa è l'unico vero. Toniolo, a capo tavola, sorrise, volgendo i begli occhi di velluto alla timida sposina che non osava contraccambiargli l'occhiata.
Marta rispose: addio e si strinse nelle spalle, sembrandole che la stanza diventasse fredda. Gli amici di Alberto Oriani non capivano perchè la sposina non fiorisse di quel rigoglio pieno ed espansivo che accompagna generalmente il passaggio dalla fanciulla alla donna. Eppure Marta era felice; lo diceva a tutti, lo scriveva alla madre, ne era ella stessa convintissima.
Si spogliò in fretta, e intanto, finchè la Luigia le teneva sollevata la sottana perchè Lalla l'infilasse passandovi sotto col capo, risero tutte allegramente, vedendo quella sposina che, mezzo svestita, in gonnella corta, pareva ancora più piccolina: pareva una Giovanna d'Arco in miniatura!...
Erano lodi di una sposina molto allegra e molto svelta. La nostra povera amica non può essere così. Vidi che la biondina aveva intesa la propria storditaggine: per meglio dire, sua sorella gliela aveva fatta intendere. Prima n'era rimasta tutta mortificata; poi si era messa attorno a Violet, con mille carezze, con mille premure. Povera amica! susurrò la mia compagna.
Alberto, che per parte sua non pensava a nulla, fu molto soddisfatto nel vedere che la sua sposina aveva un buon temperamento; questo lo persuase sempre più di aver avuto la mano felice nella scelta.
È sabbato grasso. Ieri a sera non sono andato al veglione della Scala: sarebbe stato un insulto a Lei che soffre. Oggi sono felice! 2 marzo. Sono freddoloso e sonnolento. Sono stato alle feste del Giardino. Ho avuto vicino, vicinissimo a me una sposina dalle spalle, dal seno nudo, ridente, allegra. Ho finito di dire a me stesso: È mia moglie? Posso amarla?
Via, riprese poi strascicando le parole, chi volete che lo dica alla vostra sposina? rassicuratevi; non ci ha visto nessuno. Ah, ah, ah, ah! E il suo riso, questa volta non tanto schietto, scoppiò nell'aria tiepida, e fece fuggire una cutrettola che cantava a poca distanza sulla siepe fiorita, e saltellava, or alzando la coda, ora abbassandola con i movimenti graziosi propri di quelle bestiole.
E la sposina arrossiva; nè osando riguardare il suo chiomato adoratore, mordeva co' labbruzzi gli orli dorati del ventaglio. Capitolo Decimosettimo
L'Ambasciatore tentò ancora di persuaderla che del male ce n'era; ma la buona donna, continuando a ripetere: nulla di male, nulla di male... a poco a poco, a poco a poco rimase del proprio parere. In quel frattempo la sposina di nove anni mandava dei baci al cane da caccia del signor Paxcot, legato in un angolo del cortile.
Un'adorazione meritata: pensava la sposina. Un uomo di genio nulla ha di simigliante con la turba degli altri esseri piccoli e comuni: egli vive in una sfera elevata, circonfusa di luce. Il portamento altero della testa con la noncurante disinvoltura della persona; lo sguardo ora fisso sulla terra, ora perduto nel cielo, sempre profondo; la sprezzatura artistica dei capelli, il solco della fronte, il senso di mistero dei vari sorrisi, la piega ironica del labbro, tutto rivela la razza degli eletti. Nessuno come lui sa entrare in un salone, inchinarsi, richiamare su di sè tutti gli sguardi, essere il centro dell'attenzione, dominare tutta la riunione. Tutto quello che egli dice ha un senso riposto che talvolta sfugge ai profani; spesso egli dice delle cose molto semplici, che ognuno sa, ma v'imprime un suggello d'originalit
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