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Si tolse di tasca un numero d'un giornale, e segnò a suo figlio un articolo che cominciava con queste parole: «Tutto sorride quest'anno ai negozianti di cereali. La corrente dell'aumento è pronunziatissima, e non si fermer

A mezzanotte fra tintinni e canti Per una liscia scalinata d'oro, Scende nei sogni loro Iddio con tutti i santi. Se Dio tu cerchi invan nella morente Speranza dei mortali, E stanche in ciel va dibattendo l'ali La superba ragion che il dubbio espia, Oh credi almeno a questa poesia! Fin che sorride un piccol innocente Nei sogni della culla, È Dio che dolcemente Colla ragion dei padri si trastulla.

Io passo molte ore della notte al suo capezzale, finchè non si sia addormentata, ella mi rivolge la sua testolina, sorride e mi porge a quando a quando le mani per abbracciarmi.

Mamma Tecla, mamma Tecla, dite... e Zelmira? La vita manca ad ogn'istante alla mia povera figliuola. Poveretta! se la vedeste! pare un cero; pallida, dimagrata, sparuta, sorride con un riso angelico e foriero di morte! Povera Zelmira mia! presto, pur troppo, mi sarai tolta! e allora non ti vedrò più!

Alfredo, nel guardarsi attorno, si accorge della sua gentile compagna di viaggio, e naturalmente da perfetto cavaliere, le va incontro. Zaira, gli sorride simpaticamente, e... come si v

Lo sposo, gittandosi rapidamente sulla dispettosa, sommove tanto i fiotti, che questi gli nascondono anche gli occhietti semichiusi e trepidanti. Poverino! Egli caccia sotto le mani e solleva su la personcina. Lei, la bellissima, tosse infantilmente, mostra il seno commosso, e sorride spaurata, tra il gocciare dei capegli e delle mani tersissime, giunte in atto di chi ringrazia.

Girando sui tacchi, si mette a fianco del marito perchè la veda bene, e gli sorride intanto con gli occhi socchiusi: ha un gesto, coi capi della stola fra le mani, pieno di civetteria. No, risponde secco il conte. E, tentato dalla voglia di farsi capire, benchè il cuore gli dica che la tentazione non è degna di lui, si fa lecito di soggiungere a Carlo Albèri: No; cotesta non va!

Non dire così, Fausta! Ormai! La vita, replicai, non ostante le nostre aberrazioni, le nostre miserie, le nostre colpe, è bella, Fausta; massime quando le sorride una giovinezza come la tua, massime quando possiamo adoprarla per qualcosa di nobile, di eccelso, da soddisfare la nostra coscienza, da appagare il nostro cuore. Tu insegui sempre il tuo sogno! No, Fausta. Ormai! ripeto come te.

Ce ne andiamo nel polverìo della via, senza osare di darci il braccio. L'albergatore dalla soglia, ci sorride. Ella sorride con gli occhi pieni di lagrime, io non sento che il profumo acuto dei suoi guanti, il suo profumo... Tu hai potuto dimenticare, io ho potuto dimenticare.

Ma devono essere parole severe, perchè il goto freme dalla rabbia, minaccia il vecchio, e fa un gesto, quasi lo volesse scannare; ma l'altro sorride dolcemente e continua a parlare. Parla a lungo ed addita la croce che il suo compagno sorregge e mostra a tutti: ai nemici ed ai prigionieri.