Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 18 giugno 2025
Anche lui aveva le sue spie e qualcuno doveva avergli parlato dei miei sonetti e de' miei trilli di flauto.
Emma leggeva molto, leggeva sempre, ma dal giorno in cui aveva veduto baciarsi quei due alla stazione, i libri prediletti non eran più quelli di prima o in questi cercava altre pagine. Leggeva e rileggeva il Petrarca, e di questi soprattutto i sonetti d'amore. Nel Tasso gustava gli amori di Tancredi e di Clorinda.
E per Pietro Laner sarebbe stata una disgrazia se quell'articolo, se quei sonetti, non avessero fatto buona impressione al cavalier Cantasirena. Guai per lui se non fossero stati accettati e pubblicati nell'Emporio Letterario! La sua più grande, la sua più bella speranza sarebbe andata svanita! Era da quei tre sonetti e da quell'articolo che poteva dipendere tutto il suo avvenire, tutta la sua felicit
I sonetti son così liberi che noi non sappiamo farli di pubblica ragione; e perciò li lasciamo manoscritti¹⁴³. ¹⁴³ Villabianca, Diario ined., a. 1788, pp. 677-78.
Buenos Aires si può dire infatti una specie di campionario di capitali europee; nemmeno la più piccola sfumatura di colore locale. Vien quasi voglia di chiedere, come er re de Spagna portoghese dei sonetti di Pascarella: Ma st'America c'è? ne sete certo?
Dopo cotesta epoca illustre, e lacrimevole non vale, per opinione mia, il pregio ricordare milizia italiana: entriamo nei tempi in cui il Filicaia lanciò nella serva Italia i due sonetti pari a due gridi di dolore, che c'introneranno perpetuo gli orecchi, finchè ella non sia tutta sgombra dagli stranieri.
Anche lui aveva le sue spie, e qualcuno doveva avergli parlato dei miei sonetti e de' miei trilli di flauto.
E ancora dopo molti anni da quel giorno della grazia ricevuta per il Libro segreto, quando Pietro Laner mandò i suoi tre primi sonetti e il suo primo articolo di critica intitolato Berchet e Mameli "All'illustre cavalier Matteo Cantasirena, direttore del Rinnovatore e dell'Emporio Letterario", prima di portare il manoscritto alla posta, se lo portò in chiesa, nascosto sotto il gilet.
Si tingeva baffi e capegli, avendone l'aria di un vecchio Cupido rimpennato e ritinto. Quando parlava, era necessario tenersi alla larga; se no, con la sua lingua impacciata, vi schizzava addosso le bollicine di saliva. Sapeva la storia di tutti, e faceva il gazzettiere nei salotti, dettando anche sonetti e madrigali per ogni occasione, come un vecchio Arcade.
Mi arresto un minuto sul signor Tenca, sesto segretario. Egli fece la sua apparizione nel mondo di una maniera alquanto bizzarra. Egli amava, come si ama a venti anni, una crestaja di Milano, che lo teneva in distanza. Il signor Tenca, dandy caparbio, la perseguitava. Un giorno e' le tenne alle calcagna, e l'incalzò tanto con propositi, con promesse, con attestati di affetto, e forse con sonetti, che la restia donnina si rifugiò nel Duomo. Ed il signor Tenca dietro. Egli avanza, egli rimugina, egli fiuta in tutti gli spigoli; quella si caccia in un confessionale, e questi dentro con lei. Figuratevi! la damigella grida: la polizia arriva; e la polizia austriaca, non sapendo nulla di queste storie di galanteria e di amore, mette le branche sul giovanotto e lo trascina giù pel Corso, in pieno passeggio. Vedendo questo giovane elegante, tutto azzimato ed attillato, in mezzo agli sbirri, ognuno ne prende conto: e saputasi l'avventura e la ragione dell'arresto, la met
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca