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Aggiornato: 7 luglio 2025
«Appena sei partito ho data la felice notte ai miei amici ed eccomi nella mia camera. Voglio tanto bene a questi perfetti amici, ma quando tu mi lasci soffro di stare con altri, desidero esser sola per ritrovar te, per stringerti al mio cuore nel più profondo mistero, come dice la cara poesia. «Non ti scrivo per dirti che ti amo, benchè avrei tanti volumi da riempire con questo.
«Persin la musica del suo nome è infusa nell'esser mio.» Il mio orecchio coglie nella voce che lo pronuncia ogni intimo disaccordo con la musica eterna che suona dentro a me; e più è grande, più ne soffro.
Però non istupisco, e son pietoso che il popol di Parigi in folla vada a veder la carrozza che ho narrata: io sarei stato capo di brigata. Non sempre e in ogni loco curiosa soffro la gente molto volentieri, e, verbigrazia, a un'opera fecciosa che corra e spenda e gridi e si disperi. Questa curiositade è perniziosa, io dico, e di cervei troppo leggeri.
«Dio mio, come mi batte il cuore pensando che lo sarai! Ti abbraccio, mi stringo a te nel pensiero, ti amo tanto e sono tanto felice che ne soffro.» «5 luglio. «È l'alba e io scrivo presso la finestra aperta, per aver luce. Non ho potuto dormire, ma ho riposato e l'aria così pura e fresca mi ristora, mi d
Non vuoi dunque far nulla per me?... disse coi denti serrati. A un povero che incontri per via dai il borsellino, e il raggio di sole di un tuo sorriso; e a me che soffro, a cui il tuo diniego far
Allora cadde in ginocchio, avanti a quel letto, col capo nascosto fra le coltri, singhiozzando senza versare una lacrima, gridando, convulso: Ah Chérie, perdonami, perdonami, io soffro tanto, io soffro, io soffro!
Soffro
«Potrò essere elegante.... Ma perchè non soffro? Mio Dio, perchè non soffro? Non amo più Emilia? Ci siamo ingannate ambedue, forse, imponendoci una schiavitù senza ragione. Le sorelle non si amano come noi volevamo amarci, chiusi gli occhi a tutto quanto non fosse del nostro affetto.... Emilia se n'è avveduta la prima. Presto, ella dovr
Se parlo a l'altre dame e tu presente In disparte tacendo te ne stai, Te anelo e chiamo e stringo e bacio in mente, E tu in mente ne godi che lo sai. Parlo altrui non so che, sorrido e soffro, Chi mi parla non vedo e non ascolto, Tutta l'anima mia con gli occhi t'offro Quando mi doni un lampo del tuo volto.
Ella mi disse: «Sono pochi i fiori nell’orto!... Ottobre ce li porta via tutti!... V’è qualche rosa tuttavia, ma i crisantemi sono in boccio ancora.» Nel piccolo orto c’era odor di bosso amaro, odor di pace e di convento. Squillava una campana, alta nel vento, dalla chiesetta candida di Mosso. Singhiozzare volevo: «Io soffro. O buona, aiutatemi voi. Venni per questo.
Parola Del Giorno
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