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Aggiornato: 27 giugno 2025


E finalmente, nefando a dire, in uno de' giuramenti di confederazione, di societá, di concordia, trovasi Cremona riserbarsi il diritto di tener distrutta la vicina ed invisa Crema. Duole nell'anima, ma cosí è. Noi non abbiamo vent'anni di storia compiutamente bella, di vera concordia in tutti i nostri secoli moderni.

Di qui le antiche favole sulla quasi divina origine de' poeti, e gli antichi pregiudizi sui miracoli loro, e l'«est deus in nobis». Di qui il piú vero dettato di tutti i filosofi: che i poeti fanno classe a parte, e non sono cittadini di una sola societá ma dell'intero universo. savio terrei chi nelle dispute letterarie introducesse i rancori e le rivalitá nazionali.

Dell'origine e delle vicende delle lettere, scienze ed arti, e della loro influenza sullo stato presente della societá. Discorso recitato il 25 novembre 1817, da |Guglielmo Roscoe|, in occasione dell'apertura dell'Instituto reale di Liverpool. Londra, 1818, presso I. M. Creery.

E niuna di queste aderí, e tutte trattarono piú o meno con Cristiano, arcivescovo di Magonza, cancelliere imperiale e capitano d'eserciti; ed Ancona sostenne uno stupendo assedio contra questo prete guerriero, ma s'accostò non alla Societá, all'imperator greco, e cosí ebbe contro di Venezia.

Scendendo il Moncenisio arse Susa, a vendetta del fatto di sei anni addietro. S'avanzò ad Asti, la quale, meno devota a libertá che non la prima volta, entrò in patti e si sottopose. Finalmente, adunata questa a Modena, mandò un esercito; e Federigo, levato l'assedio , mosse verso quello. Seguirono trattati nuovi, che non condussero a conchiusione, ma che giá allentarono la Societá.

Parlo io spontaneo, e però tanto piú veridico. L'anno passato a questi , Ella, in compagnia di molte di lei amiche, provvide saviamente alla allegria delle proprie e delle altrui figliuole. I festini dati in Borgonuovo dalla «societá delle madri» riescirono belli, splendidi, eleganti.

Consoliamoci con le nostre reciproche lusinghe d'esser utili alla societá, con le nostre reciproche speranze di renderci immortali, e tronchiamo le nostre prefazioni seccatrici reciprocamente. La pace, l'ozio e i nuovi libriccini cambian re Carlo Magno di natura. Dietro al re quasi tutti i paladini di poltrir solo e di sguazzare han cura.

E tutto un altro secolo durò, crebbe, soffrí questa societá religiosa che taluni osan chiamare setta filosofica o politica, ma che fu tutto all'opposto; non filosofica, posciaché, imponendo dommi e virtú asprissime alla natura umana, conquistò pure quelle moltitudini dove niuna filosofia riuscí mai a penetrare; e non politica nemmeno, posciaché appunto diventò moltitudine e pluralitá di cittadini, senza entrar una volta nelle contese, nelle congiure, ne' tumulti, nelle turpitudini dell'imperio.

Intendo per «tinte locali» quella tale modificazione d'immagini, di pensieri, di sentimenti, di stile, che è propria esclusivamente o quasi esclusivamente di quello stato di natura umana e di quel momento di societá civile che il poeta piglia ad imitare.

Troncai 'l corso all'opera e la chiusi a sette chiavi, sdegnando che dall'amore che ho per il prossimo me ne venisse dell'odio, e che fosse cambiato in veleno un elisire ch'io, forse accecato da troppo orgoglio, giudicava non disutile alla societá.

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