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«De profundis clamavi....» .... Pace a l’anima tua, pace, o vegliardo, Che Dio portasti nel clemente sguardo E nei detti soavi Che ai solitari, ai mesti, Ai deboli, ai fanciulli eri sostegno Che, molto amando, lo spregiato regno De gli umili scegliesti!... «De profundis...» Le cime L’ultimo sole illuminò di rosa. Palpitò nel silenzio d’ogni cosa Una piet

Dunque obbrobrio a la patria, obbrobrio a gli avi Camperò schiava? o mie speranze liete, E del viver giocondo ore soavi, Ove sparite? ed a che fin giungete? Ma tu che 'n tempi dogliosi e gravi Per noi venivi ad arrecar quiete, Come indugiasti? e per l'Egeo ritenne Qual torbido austro tue velate antenne?

È lo spettacolo più grato, più attraente che io mi conosca. Io l'ho sempre contemplato con piacere ineffabile, anche da bambina, quel velo misterioso, tutto soavi splendori, tutto arcane promesse, che ci nasconde, lasciandole indovinare, le terre lontane, e, dovunque noi siamo, ci mostra esser noi abbracciati dal cielo

È qui, Josie, e languidamente beve, con un dolce alitare, i filtri soavi del sonno sotto la tirannia crudele di un'implacabile stella fissa.... Te ne ricordi, o mio cuore?... Appena te ne ricordi!...

Si abbracciarono, e piansero lacrime di tenerezza. Lasciamo che sgorghino copiose, e soavi; forse chi sa se la fortuna apprester

Povera finestra, sempre quella, da cui non entrano più le tranquille visioni dell'alba, e le placidezze amorose dei plenilunii: poveri fiori della mia vecchiaia, che vi siete disseccati sulle radicine delle più soavi viole del pensiero: povera stanzetta della mia morte, senza una culla, senza un ritratto di donna, senza un ricordo della mia giovinezza!

«Al santo pensiero Che aprì quel ricetto, Ministre si fanno Con tenero affetto Più vergini umìli, Sacrate al Signor: Null'altro che amarti, Il sai, potev'io, Ma quelle söavi Ancelle di Dio Più dolce, più giusto Faranno il tuo cor. «Io, conscia che al figlio Non manca un'aïta, Trarrò senza pianto Mia povera vita, L'usato lavoro Stimando leggèr.

Il racconto vissuto del capitano Melodia fu acclamato. Tutti lo sapevano capace di quello e d'altro. Ma le risate morivano sotto le ampie troppo soavi carezze della notte che dopo l'offensiva dei ricordi amorosi e delle nuvole carnali sferrava una delirante offensiva di stelle negatrici d'ogni eroismo terrestre.

Questo passammo come terra dura; per sette porte intrai con questi savi: giugnemmo in prato di fresca verdura. Genti v'eran con occhi tardi e gravi, di grande autorita` ne' lor sembianti: parlavan rado, con voci soavi. Traemmoci cosi` da l'un de' canti, in loco aperto, luminoso e alto, si` che veder si potien tutti quanti.

Flavio, son io che ti chiama, è la tua Erminia, no, tu non puoi abbandonare per sempre colei che per te ha pur sofferto cotanto. Riapri quegli occhi, specchio fedele d'un cuore generoso; dischiudi quelle labbra, fonte inesauribile di soavi proteste, di dolci promesse, d'ineffabili accenti.