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Aggiornato: 26 giugno 2025
Ed un uomo era con essi, che amava la cortigiana di Mágdala e guardava con occhi sinistri la luce de’ suoi capelli così biondi; un ruvido maschio di Giudea, taciturno come l’uomo che ha patito, rugginoso come il pugnale che s’insanguinò; un uomo che non trovava parole se non fra le sommosse dei suburbi, nelle tetre taverne, fra i vicoli clandestini, dietro i banchi dei mercati forensi, e l
Dopo la prima entrata nel doloroso luogo ve n’era un secondo conducente all’atrio, abitazione del carnefice. Nell’atrio, sinistri arnesi di dolore, spiccavano i tre legni delle forche, le scale, lo steccato per gli atti di giustizia.
E singhiozzando gli posava le candide mani sovra la testa piegata. Perdono io non devo accordare a voi, che non mi offendeste. La vostra memoria mi restò sempre come schermo contro gl'inganni del mondo. Nei pericoli della gioja, fra i sinistri consigli del dispetto, io ripensava ai vostri nobili patimenti, io mi ripeteva, Che ne dir
Angeli buoni salvate il Re. A Sebastiano e Antonio. Che cosa c'è? A Alonzo. Su! Sveglio. A Sebastiano e Antonio. Perchè le spade sguainate? E cosa vogliono dire quei sinistri sguardi? svegliandosi. Che c'è di nuovo? Mentre vegliavamo sopra il vostro riposo, in un istante medesimo un rumore udimmo come ruggir di tori o di leoni. È questo che vi ha svegliati?
Concettella faceva dunque i fagotti e sollecitava le ore della notte che dovevano condurle un domani sì raggiante. Don Diego, al contrario, era ricaduto nella sua nera tristezza, pieno di presentimenti sinistri. Sua sorella regnava più che mai nel suo cuore e riempiva quella desolata dimora.
Don Giovanni vi conosceva un mulattiere, che abitava presso il mulino, e pensò di svegliarlo per chiedergli i muli. Nascose i due compagni in una fratta e avanzandosi sotto la casa lanciò un sasso alla finestra del mulattiere. I monti neri nella notte, appena divisi dal fiume, parevano più sinistri in quella gola; l'acqua mormorava sotto il ponte con lamento continuo. La finestra si aperse.
All'occhio, al cuore dell'Albani, quelle due linee produssero l'impressione di un rettile nero, raggruppato sotto un cespo di rose. Gli occhi dell'Albani si iniettarono di sangue. A lui non era mestieri di leggere quello scritto per accertarsi della propria sciagura, per riconoscere avverati i suoi presentimenti sinistri.
Il custode avendo detto al duca e al Palavicino che quello era l'Italiano, subito a lui si volsero, vedendo che dal Valacco non era possibile cavare un costrutto. Aveva colui uno straordinario aspetto, capelli neri, lunghi, arruffati che gli adombravano un'alta fronte segnata da spessi solchi; occhi neri, acuti, sinistri, mobilissimi.
Quella carrozza coperta aggiravasi come le scoperte, occupata da gente più o meno oziosa e che in quella sera, più per consuetudine che per gusto, faceva il solito andirivieni. L'occupante però di quella come il gufo nascondevasi dalla luce, ed aspettava le tenebre, per attuare i suoi divisamenti sinistri.
«Ho dei sinistri presentimenti che invano cerco di scacciare, dei presentimenti che mi straziano il cuore e che me lo fanno sanguinare. Se io venissi realmente arrestata? O Dio, qual terribile pensiero!» Ci siamo noi e non ti abbandoneremo mai, disse Hassarn. Non so, continuò l'almea, ma ho paura che qualcuno ci attraversi ancora la via, che qualcuno cerchi ancora di separarci.
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