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Fondammo il Patto della Giovane Europa sei giorni dopo l'insurrezione Lionese, tre dopo la sconfitta, e mentre ogni speranza di moto Francese sfumava. Era la nostra risposta alla vittoria conseguita dalla monarchia repubblicana sul popolo che s'era illuso a credere in essa. Era, com'io l'intendeva, una dichiarazione della Democrazia ch'essa viveva di vita propria, collettiva, europea e non dell'iniziativa d'un solo popolo, Francese o altro. Anche sotto quell'aspetto, credo che la nuova istituzione giovasse. L'idea, che le Nazionalit

Il sangue gli montava alla testa e gli circolava più rapido nelle vene, il cuore battevagli febbrilmente, i suoi occhi si fissarono involontariamente su lei, e, per quanto facesse, non riusciva a staccarneli. In mezzo a quelle emozioni che a poco a poco facevansi più forti, l'immagine abbagliante della fiera Elenka s'oscurava, sfumava, scompariva.

Richiamata alle scosse della esistenza giornaliera, la sua indole fece ch'ella dinnanzi agli occhi portasse sempre un lembo di nebbia iridescente, la nebbia dai vortici pieni di sogni, la quale, posandosi sugli oggetti veduti o intraveduti, li rendeva circonfusi di luci mitissime, li tuffava come nel crepuscolo dileguante di una visione. Così l'ideale si sfumava col reale: e il volto del padre cavaliere divenne buono e tutto per lei, la imagine della madre sepolta si presentava alla culla, o quella dello sposo veniva, veniva, come nei primi giorni... Che? il viso di messere Adalberto. Guidinga domandava: Dov'è lo sposo? e poi sorrise. Sar

L'umore venefico, che doveva privar di vita donna Livia, sfumava inoffensivo tra le fiamme di un fuoco vivissimo, che era stato acceso dapprima, e da cui poscia tutti si erano allontanati!... E la duchessa una volta ancora era salva. Ed intanto al palazzo degli Alberi?...

La costa era sparsa di lumicini giallosi, la ghiaia chiara, la sabbia persa e su questa i ciottoli lucenti come pezzetti di specchio. Se c'era la luna! Luna nuova, luna crescente, plenilunio, luna scema: tenera, falcata, o tonda, sfumava giù il suo lustrore ed ondoleggiava nell'acqua cheta o scappava su mille creste guizzanti. Se c'erano le stelle!

La sensazione che avevo provato ad Innsbrük tra i rumori delle locomotive, della gente e del vento mi riprese più forte. Il sogno era stavolta così dolce e torbido, so süss, so trüb! Ero nel paese dove aveva vissuto miss Yves, respiravo quasi, nell'aria, i pensieri di lei, e l'acqua opaca, i vapori in cui sfumava ogni cosa lontana mi circondavano del mistero che circonda i sogni.

Le fronde avevano moltitudini di velluto, e la radura era un'ampia distesa, un tappeto vasto sul quale avrebbero danzato tra poco e amadriadi e satiri; e tutto era circonfuso da quella luce di viola, che partendo dai morenti sprazzi sanguigni del cielo, sfumava e si perdeva in toni infiniti di bigio e di ferrigno. Ritti in piedi, Bruno e Nicla s'abbracciarono.

Ai colori brillanti del giorno erano subentrati i fragili colori del tramonto: un morbido color di rosa che sfumava a poco a poco nel color di perla; un pallido cilestre che a poco a poco sfumava nell'argento: e l'acqua, riflettendo con delicata armonia le mezze tinte, aveva le iridescenze dell'opale. Nicla s'era levata a sua volta e s'era posta a fianco di Bruno presso la finestra.

Non tentarmi, che fra noi due tutto è finito. Un tempo ti ho amato, un tempo per te avrei dato tutto il mio sangue, avrei commesso persino dei delitti. Un giorno si operò in me un improvviso cangiamento. Sentii che il mio amore sfumava lentamente, sentii infine che non ti amava più. Lottai, te lo giuro, lottai strenuamente contro la nuova passione che s'era scatenata tremenda nel mio cuore.

Vidi allora per la prima volta il cielo olandese nel suo aspetto ordinario, e assistetti a una di quelle battaglie di luce, proprie dei Paesi Bassi, che i grandi paesisti d'Olanda ritrassero con una efficacia insuperabile. Fino allora il cielo era stato sereno, era una bella giornata d'estate, le acque azzurre, le rive verdissime, l'aria calda e non un fiato di vento. Tutt'ad un tratto, una nuvola densa nascose il sole, e in men che non si dice, ogni cosa cambiò aspetto in una maniera da far pensare che si fosse cangiato tutt'a un tratto di stagione, d'ora, di latitudine. Le acque diventaron cupe, il verde delle rive si fece smorto, l'orizzonte si nascose dietro un velo grigio, ogni cosa apparve come circonfusa d'una luce crepuscolare che ne sfumava i contorni, e si levò una brezza maligna che metteva freddo nelle ossa. Pareva d'essere in dicembre, si sentiva l'uggia dell'inverno e quell'inquietudine che mette nel cuore ogni minaccia improvvisa della natura. Poi, da tutto il cerchio dell'orizzonte cominciarono a salir nuvole color di piombo, mobilissime, che pareva cercassero con una specie d'impazienza penosa una direzione e una forma, e poi le acque a incresparsi e a rigarsi di rapidi riflessi luminosi, di larghe striscie verdastre, violacee, bianchiccie, color di creta, nerognole; e infine quell'irritazione della natura si risolvette tutt'a un tratto in una pioggia violenta e fitta, che confuse cielo, acqua e terra in un solo colore grigiastro, appena interrotto da una sfumatura un po' più fosca delle rive lontane e da qualche bastimento a vela che appariva qua e l