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Aggiornato: 15 giugno 2025
Quando lei ordina. disse il principe inchinandosi davanti a lei, non si può far altro che ubbidire, e si avviò per il primo, entrò nel fumoir e cambiando subito tono, disse, con fare di sprezzo, al Rosati: Sentiamo questa seccatura che ha da dirmi; e accesa una sigaretta si mise a cavalcioni di una poltroncina guardando il Rosati, che non osò neppure sedersi.
Sentiamo dunque, disse Don Pietro, tirando il giovanotto in uno stanzino accanto alla sagrestia, dov'era infatti un inginocchiatoio, con un seggiolone daccanto. Se è una mezza confessione, qui nessuno ti ha da vedere, e puoi parlare liberamente, figliuol mio.
Non ci avevo pensato. Sì, questa è grave. Ma.... se io potessi dire.... Sentiamo la tua. Non è Claudio Pulcro l'
Oggi, finalmente, acconsentendo a sensi civili sentiamo quanto sia indegno, che speri asilo nel tempio colui, il quale lacerò truculento i precetti del Dio che si adora l
Voi, amico, siete, non si può negare, ammirevolissimo: ma voi, uomo, eh! mio caro, voi uomo siete... deplorevole! Federico Clotilde Sentiamo: definite la parola «uomo». Federico Clotilde Me ne congratulo. Federico Aspettate.... Ne ho letta una pochi giorni fa, in un dizionario. Clotilde Voi, invece, abbracciate i mariti delle donne! Federico Io abbraccio i mariti delle donne?! Clotilde
Così andava il Giuliani ragionando tra sè. E non credano i lettori che lo facesse pensare a quel modo un pochino di quella gelosia che tutti sentiamo al veder gente nuova farsi troppo dimestica coi nostri amici più cari. Gli amici del Giuliani, i prediletti, erano il Contini, il capitan Dodero e gli altri colleghi Templarii. Egli poi, come tutti i gran lavoratori, sentiva bensì forti simpatie, ma non aveva alcuna di quelle strette amicizie che fanno andare due uomini l'uno all'altro indissolubilmente legati, come due galeotti (scusate il paragone) dalla stessa catena. Il tempo e l'agio a far ciò, gli erano sempre mancati; non gi
Non lo credo: è un pretesto per non dirci a che cosa lavori o per non mostrarcelo. Macchiavelli! ha soggiunto pigliando dal tavolo lo stesso volume preso da Berti. Sentiamo, sentite, si è rivolto con scherzosa ironia agli amici: che cosa pensi tu del Macchiavelli? O del Villari? ho risposto barattando un'occhiata col Berti. Che m'importa del Villari!
Sentiamo.... Voleva fare il ritratto ad entrambi, prese a dire Clelia. Eugenio assentì collo sguardo. La buona idea! dissi io, converr
Rifeci cinque o sei volte il mio lavoro, e verso le undici del giorno appresso, ora in cui il marito non sarebbe stato in casa, corsi a portare lo scritto alla adorata signora. Mi accolse con un: bravo! e mi stese tutt'e due le mani. Sentiamo; me lo legga lei.
Sentiamo quest'altra! esclamò mastro Jacopo, ridendo. Sì, riprese Spinello, perchè tutti i giovani d'Arezzo la conoscevano come la bellissima tra le belle. Ahimè, pensai, quanti non si augureranno di piacerle al pari di me! E quanti non avranno ragione a sperare di essere più fortunati! Temevo, e il soverchio della paura fa quello che mi diede le forze per muovere incontro a voi.
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