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34 Fersi le nozze sotto all'umil tetto le più solenni che vi potean farsi; e più d'un mese poi stero a diletto i duo tranquilli amanti a ricrearsi. Più lunge non vedea del giovinetto la donna, di lui potea saziarsi; , per mai sempre pendergli dal collo, il suo disir sentia di lui satollo.

O ciel, nel cui girar par che si creda le condizion di qua giu` trasmutarsi, quando verra` per cui questa disceda? Noi andavam con passi lenti e scarsi, e io attento a l'ombre, ch'i' sentia pietosamente piangere e lagnarsi; e per ventura udi' <<Dolce Maria!>> dinanzi a noi chiamar cosi` nel pianto come fa donna che in parturir sia;

11 Continuò per molti giorni e mesi tra noi secreto l'amoroso gioco: sempre crebbe l'amore; e m'accesi, che tutta dentro io mi sentia di foco: e cieca ne fui , ch'io non compresi ch'egli fingeva molto, e amava poco; ancor che li suo' inganni discoperti esser doveanmi a mille segni certi.

A tal vista la contessa si sentía fendere il cor, e piangea che per tutta quella casa n'andò il suon.

La semplice fanciulla che pur sentìa dolce ricreamento nel ricevere quelle lettere amorose, pativa sovente dura molestia per non sapere da interpretare quanto le scriveva l'amico: guardava con impazienza la lettera quasi volesse dire: ei qui mi parla ed io non posso sentirlo; la baciava, e la trasportava al seno e gemea finchè le venisse di avventurarsi in chi le svolgesse le cifre arcane.

Com'io nel quinto giro fui dischiuso, vidi gente per esso che piangea, giacendo a terra tutta volta in giuso. 'Adhaesit pavimento anima mea' sentia dir lor con si` alti sospiri, che la parola a pena s'intendea. <<O eletti di Dio, li cui soffriri e giustizia e speranza fa men duri, drizzate noi verso li alti saliri>>.

111 Tre volte e quattro e sei lesse lo scritto quello infelice, e pur cercando invano che non vi fosse quel che v'era scritto; e sempre lo vedea più chiaro e piano: ed ogni volta in mezzo il petto afflitto stringersi il cor sentia con fredda mano. Rimase al fin con gli occhi e con la mente fissi nel sasso, al sasso indifferente.

Io sentia d’ogne parte trarre guai e non vedea persona che ’l facesse; per ch’io tutto smarrito m’arrestai. Cred’ ïo ch’ei credette ch’io credesse che tante voci uscisser, tra quei bronchi, da gente che per noi si nascondesse. Però disse ’l maestro: «Se tu tronchi qualche fraschetta d’una d’este piante, li pensier c’hai si faran tutti monchi».

Io sentia gia` da la man destra il gorgo far sotto noi un orribile scroscio, per che con li occhi 'n giu` la testa sporgo. Allor fu' io piu` timido a lo stoscio, pero` ch'i' vidi fuochi e senti' pianti; ond'io tremando tutto mi raccoscio. E vidi poi, che' nol vedea davanti, lo scendere e 'l girar per li gran mali che s'appressavan da diversi canti.

<<Quel dolce pome che per tanti rami cercando va la cura de' mortali, oggi porra` in pace le tue fami>>. Virgilio inverso me queste cotali parole uso`; e mai non furo strenne che fosser di piacere a queste iguali. Tanto voler sopra voler mi venne de l'esser su`, ch'ad ogne passo poi al volo mi sentia crescer le penne.