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Aggiornato: 19 novembre 2025
Voti Affermativi 109. Negativi 0. Non sinceri 2. VALERIO ANTELMI Segretario. Senato Corti. 1646, 17 luglio. Al Re di Persia.
Al nuovo annunzio nacque un momento di silenzio, ed io, vedendo che nessuno parlava, dissi: «Se lo credete, o senatori, ritornerò, e mi presenterò al popolo». Aderirono essi, ed i senatori Massari e Felici si offrirono a venire con me. Scese le scale, ritrovammo essere il popolo entrato nel primo portico inferiore. Felici e Massari, mischiatisi colla moltitudine, la esortavano alla quiete, assicurandola della retta intenzione del Senato, ed io con essi faceva lo stesso. Eravamo vestiti da senatori, come solevasi allorquando si sedeva in Senato. Mentre però con urbane e ragionevoli esortazioni procuravamo, cosí frammischiati col popolo, persuaderlo alla quiete ed a ritirarsi, io osservai che non piú eravi silenzio, quiete, immobilit
Quindi il papa tornò a Roma, e pacificossi definitamente col senato; e l'imperatore, visitata Toscana e Genova, pel Moncenisio ritornò in Germania. Ed indi, ne' sei anni della tregua, negoziando con parecchie cittá separatamente, ed assicurando loro cosí per ogni caso que' tristi privilegi, che, soli in somma, eran voluti da tutti, ei le staccò.
⁴²¹ Provviste del Senato, a. 1792-93, p. 298, a. 1793-94, primi fogli.
Nino lasciò subito lo studio di Carlo e si affrettò a correre in via Senato dove, dalla partenza di Aldo in poi, Valeria abitava con Nancy e la piccina. Tutte e tre erano sul balcone ad aspettarlo, e gli fecero dei cenni di saluto non appena lo videro spuntare sul ponte di Sant'Andrea; Nino si affrettò traverso i Boschetti e salì a corsa le scale del numero 12.
¹²³ 21 Ag. 1770. Il «Senatore Romagnuolo pel Senato battezza la figlia del Sen. Carcamo, e d
Il protocollo dettaglia il modo con cui furono accolti, le ritardate udienze, i colloquî e la franchezza del linguaggio tenuto con esso. Era il principe pienamente e minutamente informato delle discussioni del Senato, e delle opinioni de' senatori, né certo io poteva lusingarmi, dopo quanto aveva detto ed opinato, di una migliore accoglienza: ora come mai potrebbesi supporre tanta incoerenza di principî, come conciliare fatti sí diversi, idee cotanto disparate, per dedurre malignamente, che un uomo, la cui fermezza nella propria opinione è da tanto tempo conosciuta, la cui onest
Tamburini e trombetti senatorii, agli ordini del Cerimoniere del Senato, ad un cenno di lui sonavano: e D. Girolamo De Franchis con chiara e roboante voce leggeva: Il Sommo Pontefice si è degnato concedere l’uso dei latticini e delle carni nella prossima Quaresima. Ma perchè il Cerimoniere del Senato e non altri dell’Amministrazione della SS. Crociata?
Queste lettere furono assai gradite dal senato, che intendendo non essere ancora Giosafat Barbaro passato nella Persia, non gli parve convenisse alla dignit
Il Senato coi suoi ufficiali nobili e civili sta a chiacchierare nella «Camera di negozio» dell’Eccellentissimo signor Pretore: e solo a trattamento finito si muove.
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