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Aggiornato: 2 luglio 2025
Dal fondo della chiesa intanto, Maria e Cristina volgevano gli occhi ansiosi dalla parte della sagrestia. Non vedevano altro che lo schienale del seggiolone occupato dal curato, e di quando in quando, in grazia di qualche movimento, una met
Chi avesse veduto quella sera la giovane duchessa mentre ora sola nel suo gabinetto, seduta in un vasto seggiolone, pensosa ed immobile, avrebbe compatito il povero conte di San Giorgio se non poteva staccarsene dal cuore l'immagine, compreso perchè il duca le avesse perdonato la distruzione della pergamena.
Egli la vide gettarsi nelle braccia d'un vecchio adagiato immobile sur un ampio seggiolone, e baciarlo ripetutamente in volto. Con occhio invido contemplò quella scena d'amore; che non avrebbe dato per uno di quei baci? Indi comprendendo che nulla più aveva a sperare, si tolse di l
Era incomprensibile per Ernesta il capriccio del cieco. Ora dormirò davvero, disse, e chiuse coscienziosamente gli occhi, e si tenne immobile, abbandonata sulla spalliera del seggiolone, aspettando il sonno. Un quarto d'ora dopo, quando parevale che oramai il marito dormisse, lo udì ripetere come prima: Ernesta! Non rispose, aprì gli occhi.
L'infelice terzogenito, che rammentava quella notte di Natale, quando gli moriva la madre, e quella mattina, quando avevano veduto il crocefisso della sorella colle macchie di un sangue caldo, e che aveva sfogliato tutti i libri più devoti per sapere com'erano orrendi i tormenti dell'inferno, lì, sul seggiolone, quando tramontava il giorno e gli pareva di udire i canti delle mamme... sì, sì, una folata di vento gli portava dagli alti finestroni della chiesa un ronzio di voci felici, credenti, devotissime a Dio... Quando calava la sera sui campi e la pace sulle mamme e sulle bambine, egli, di sotto al San Tomaso in-folio, traeva un pugnale aguzzo e... E il povero librone fu trovato alla mattina dalla nutrice divelto dalla copertura e con un buco che lo passava irosamente parte a parte, come una cornata del diavolo.
Il Vicario andò nella stanza dell'uffizio; si adagiò gravemente nel seggiolone, di cui la spalliera gli sopravanzava la testa un palmo avvantaggiato, e subito diè di piglio al campanello. Quasi nel punto stesso, da diversi lati si apersero due porte; da una entrò la moglie Carmina con la cioccolata e i biscotti; dall'altra il Bargello con Marzio ammanettato, e coperto col mantello rosso.
Ed a lei pare sicura? domandò Ernesta. A me pare sicura.... sicurezza medica, s'intende, che non è sicurezza matematica. Per quanto Agenore ingrossasse la sua voce di falsetto, aveva l'ansia quasi al par di Ernesta. Il più sereno dei tre era Leonardo, il quale in un attimo fu vestito ed accomodato sul seggiolone.
Non toccate, è veleno, tutto per me! E beve a garganella. La nonna panciona e mammelluta gioviale e molle di ricordi amorosi presiede alla distribuzione della gioia. In cantina, sì, in cantina esige che il suo seggiolone sia trasportato.
Giunto che fu nella camera, e veduta la marchesana del Carretto, che si alzava con piglio austero dal suo seggiolone per muovergli incontro, Giovanni di Trezzo si fermò sui due piedi, tolse la spada nella mano manca sotto l'impugnatura, e, mentre inchinava la fronte, stese la mano in atto di cortese saluto. La marchesa rispose con un cenno del capo.
Su, mastro Alessandro, da bravo... agguantamelo con un altro squasso dei buoni, appoggiate ambe le mani ai bracciuoli del seggiolone, e mezzo ritto con la persona, insisteva l'auditore Luciani. Non monta, Illustrissimo; l'ultimo squasso glielo ha dato la morte. Come? come? È morto? imbestialito urlò il Luciani. Perchè lo avete fatto morire voi?
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