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Aggiornato: 2 giugno 2025
Senonchè, cosa inusitata e non più vista da sei anni, nella triste camera la lucerna era accesa, e nel seggiolone di velluto era assiso, o, a dire più veramente, sprofondato, un giovine pensieroso. Giovine! Tale almeno appariva dalla snellezza delle membra e dal lampo degli occhi.
Quando Leonardo fu accomodato nel seggiolone e le due donne rientrarono nella camera, il dottor Agenore avea il naso sopra una specie di taccuino. Per non leggere di peggio sulla faccia della signorina Virginia, leggeva il manuale medico.
Oh disse Marco esasperato, questa donna, ed additava Camilla seduta in un ampio seggiolone in fondo alla stanza, ha avvelenato Gabriella, perchè salvò la vita della duchessa!... Donna Livia? domandarono insieme il conte e Dal Pozzo. Sì! mormorò Federico. Donna Livia le deve la vita? disse il conte avvicinandosi a Gabriella. Ed io, che tanto sospettai di lei.... Oh sventurata!
Lo incontrai abbandonato sopra un seggiolone a bracciuoli, cogli occhi fissi sul suolo, e colle braccia incrociate. Al vedermi, si rizzò in piedi e mi venne incontro. Solo? domandò ansioso. Eugenio è arrivato, gli risposi.
Pio IX si levò in piedi, appoggiandosi all'inginocchiatoio, e con due o tre passi lenti e stentati si ridusse a sedere in un soffice seggiolone di velluto. Stette alquanto immobile e come irresoluto, poi si volse al camerario, sempre inginocchiato, e gli disse: Venga Baldoni. Il camerario si levò ed uscì.
MENANDREI fa, sull'uscio, il colosso di Rodi, con le mani sui fianchi e la ciambella infissa nell'occhio destro. PITTAFORMI, rannicchiato in un cantone, sopra un vecchio seggiolone di cuoio, s'incretinisce sulla terza pagina dell'Avvenire di Pignattelli. SALISCENDI si dondola sopra uno sgabellotto, asciugandosi il sudore e pronunciando monosillabi privi di senso comune.
Il vecchio patrizio, ravvolto in una morbida zimarra di broccato, se ne stava a grand'agio nel suo seggiolone, appoggiando un braccio sopra lo scrittojo; prezioso arredo d'antica data, tutto intarsii e dorature, a cui sormontava una foggia di scansìa con agate e lapislazzuli incrostati: di questo capolavoro del tempo di Francesco di Francia, l'Illustrissimo soleva dire, in confidenza, ch'era dono d'un gran contestabile a una sua arcavola di bellezza famosa.
Un uomo vestito di nero dal capo alle piante stava seduto su d'un seggiolone presso la sponda del letto, e appunto in atto di toccare il polso al vecchio Vitali, con un piglio di amorevolezza particolare. Mi pare, disse costui, dopo che ebbe finito, che Ella stia un po' meglio, questa sera. Sì, un po' meglio, rispose con voce fioca l'ammalato, ma mi sento fiacco, assai fiacco.
In prova d'obbedienza sollecita, si accostò allo scaffale più vicino, ne tolse il primo libro che gli venne alla mano, e andò a sprofondarsi nella lettura, ma non senza essersi sprofondato da prima in un seggiolone imbottito di bambagia, che era una delizia a sentirlo. Il padrino Adelindo era tornato in quel mezzo al suo ascoltatorio.
La malata ancor ravvolta negli scialli, con in testa una delle cuffiette della mamma, che faceva brillare i riccioli dei capelli sull'orlo della fronte, coi colori attenuati della convalescenza, stava nel seggiolone di mam
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