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Aggiornato: 2 giugno 2025


«Er regno de preti è finito»! Non è la maniera «de» metter la gente in mala vista dei forestieri! Non è vero.... il giuramento.... si resta senza pane.... È finito! Ci rivedremo! Giù le code! Non è vero! Andate! Andate, che il diavolo vi porti! E chiusa in furia la porta mi gettai sul seggiolone esclamando: Pace! Pace, O esacerbati spiriti fraterni! Ah, buon Dio!

Basta; ora sediamo, qui nel salotto, io nel seggiolone, tu al pianoforte... suonami qualche cosa. Un walzer di Strauss, disse Ernesta aprendo il pianoforte dimenticato. No, una romanza mesta, un notturnino. O una marcia funebre, aggiunse la bella ridendo. Ecco il notturnino... incomincio, se sbaglio non ci badare, non lo faccio a posta. E incominciò.

Loreta.... le aveva detto un giorno che si sentiva un po' meglio e l'avevano posta nel suo seggiolone, accanto alla finestra aperta per la quale entrava il salubre profumo della campagna, Loreta, tu sei per me più buona d'una santa. Che cosa mai potrei io fare per mostrarti la mia riconoscenza?

Ci ravvisò in un attimo il segretario, saltò in piedi colla sveltezza di vent'anni, e cercò di ricuperarsi dallo sgomento appartando il seggiolone e ponendosi gli occhiali. E il maggiore a lui: Siete il sindaco? Eccellenza, sono sordo. Siete il sindaco? Il segretario, eccellenza. Ho servito quarantadue anni. Spero che il generale Garibaldi... Dov'è il sindaco?

La grossa persona del signor Bancone siede in capo alla tavola in un seggiolone a bracciuoli: e, come il Trimalcione del famoso festino di Petronio, anima i convitati a bere e i domestici a servire, mentre per impiacevolire viemmeglio coi discorsi il banchetto non trova nulla di più acconcio che parlare di , delle sue fortune, e fare con poca modestia il suo panegirico. Vezzo di parvenu. Dei personaggi che fanno corona al superbo anfitrione non ce ne sono che due, i quali hanno alcuna cosa da fare colla nostra storia: il primo è Gustavo Pannini, il secondo è un medico di cui abbiamo gi

Il quale s'abbandonò sul seggiolone; e confidando la testa alle mani dell'esperto acconciatore, si voltò al cameriere, e: Son di l

Gian Giacomo, che stava assiso in mezzo a loro sovra un seggiolone di cuoio, dopo essere rimasto lungo tempo silenzioso, colle braccia incrocicchiate al petto e gli occhi fissi al suolo in atto d'uomo che va profondamente meditando, scosso al suono della voce, anzichè dal significato delle parole del suo Luogotenente, a cui non sembrò punto prestare alcuna attenzione, alzò su di lui lo sguardo con certa espressione di rimprovero e di dispetto che era prodotto dalla serie de' suoi pensieri, e non gi

Nulla, nulla, nulla! ripetè crollando il capo; e senza opporre alcuna resistenza si lasciò guidare da Ernesta, che col cuore oppresso dall'affanno, lo trasse dolcemente a sedere sul seggiolone e gli rimise la nera benda sugli occhi. Scese la notte.

Si baciarono con affetto; quindi, stretta la mano alla signora ed alla Vige, l'ospite s'avviò alla casa. Ma che bella sorpresa, Prè Letterio, che bella sorpresa! Non m'aspettavate così presto, è vero? diceva il prete sedendo nel seggiolone che la Vige aveva rotolato per lui accanto alla tavola. Eppure sono gi

Una sera di settembre, mentr'era seduta nel suo seggiolone, ascoltando la lettura, che Loreta le faceva secondo il solito, del Giornale di Udine, chiuse ad un tratto gli occhi lasciandosi sfuggire un gemito e sarebbe caduta a terra se la giovane rapidamente non fosse sorta a sostenerla.

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