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Aggiornato: 10 luglio 2025


Quantunque, a farlo a posta, s'è imbattuto in una che i biondi non li vuol neanche per prossimo. O allora, scusate.... si provò a dire il Passano. O allora, caro mio, m'annoia egualmente; rispose il capitano Fiesco. Qualche volta mi vien voglia di assestargli uno scapaccione. La contessa se n'è avveduta?

Oh! gridarono parecchi, dando un sobbalzo sui loro sedili di legno. Certo; ribadì l'oratore; il diavolo non si fece un giorno eremita? Quando diventò vecchio; disse una voce. Eh, scusate; ripigliò il padre Restituto; vecchio oramai lo è tanto, che non lo sar

Scusate, veh, messere dell'archibugio; io penso che voi non ne abbiate mai visto, de' morti. Sono stato alla guerra anch'io; rispose il Sangonetto, mettendosi in gota contegna; e la mia parte.... Sia pure; interruppe il Picchiasodo; voi dunque capirete che, per sincerarsi della morte di un uomo, bisogna dargli la prova. Ohè, mastro Bernardo, qua il vino!

A me non piacere uomini maritati: uomini senza dedizione assoluta disse ella infine come ritraendosi, come rimettendosi nella credenza tutte le salse che aveva preparato, compresa la deliziosa mano rapace. Ma io non capisco, scusate. Voi capite benissimo. No! Voi avere moglie e little baby. Giuro di no! Allora lasciate fare così!

Quando il battello ebbe gettate le corde, il barone, stringendo la mano del commendatore, gli disse con sorridente tristezza: Scusate, cari amici: sono piccole avventure di viaggio. Sul ponte s'incontrò di nuovo nel vecchio esotico e nella bella giovine vestita di chiaro, che lo carezzava dolcemente cogli occhi; ma Hospenthal aveva l'itterizia ne' suoi.

È vero; notò il padre Agapito, arrendendosi all'evidenza dell'argomento; non si potrebbe mandar via un uomo più cortesemente di così. Ma vediamo se non c'è di meglio. Mi viene un'idea. Quale? gridarono tutti. Mandare laggiù un tale a cui non si possa dire: "scusate, fra mezz'ora siamo da voi." Il padre Prospero, per esempio!

Scusate, ho fatto un passio; diss'egli. Mi è mancato il tempo d'essere breve. Ho incominciato a scrivere iersera alle undici; non ho finito che stamane all'alba. Del resto, soggiunse, spero bene che non vorrete leggere tutto in una volta, ma sorseggiare, centellinare questa povera prosa.

Ah! sclamò Don Domenico come allocchito, se voi apprendete la lingua nei cattivi dizionari, se voi avete dei principj, aprite una finestra e gettatevi nella corte.... Questo mondo non è per i gaglioffi, soggiunse Don Domenico, con umore, alzandosi. Scusate, signore, disse Don Diego, accorgendosi d'aver offeso l'impiegato che da una mezz'ora gli parlava a cuore aperto. Perdono, davvero.

La risposta, s'indovina. Ed anche la visita che seguì. Gino Malatesti lasciò passare a mala pena il giorno dedicato al riposo dei «più begli occhi di Modena» e la mattina dopo, fra le due e le tre del pomeriggio (scusate è sempre mattina, per chi non lavora e non ha ancora pranzato), si presentò al palazzo Baldovini per chieder notizie e lasciar due biglietti di visita. Due biglietti, si sa, per dire ad una signora e a suo marito: «sarei tanto felice di entrare in relazione d'ossequio ed amicizia con voi dueSe la signora è vedova, si lascia un solo biglietto. Se è vedovo il marito, non si lascia nemmeno quello. Desiderio d'ossequiare, di entrare in relazione di amicizia, non ce n'è più, e pare gi

Maria guardava il mare, ma era pur sempre fissa ne' suoi tormentosi pensieri, quando udì la voce di Giorgio, gittò un grido, e si voltò come spaventata. Che volete?... Come siete qui?... Perchè?... Come siete entrato?... Non mi sono fatto annunziare perchè temevo, in tal caso, che non mi avreste ricevuto rispose il Della Valle, non senza amarezza. Scusate, ma...

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