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Aggiornato: 10 luglio 2025


Parli, parli pure: rispose il contadino con tutta premura. Scusate se v'interrogo, ma si tratta di cosa che mi preme assai. Voi siete stato mandato al vostro padrone da qualcheduno per cagione d'un quadro? Non so per che cosa sia. Il signore che appigiona la villa mi ha dato una lettera pel padrone e mi ha detto venissi giù a portargliela e ne aspettassi la risposta. Chi è questo signore?

E perchè, in tal caso.... Scusate, padre, se vi parlo alla libera.... , dite, dite; c'è sempre qualcosa da imparare, a sentirvi. Il Collini fece una smorfia; ma proseguì: Perchè, in tal caso, non gliele date voi ad imprestito, le trentamila lire? Io non le ho. Potete fargliele imprestare dal suo nonno, che ha tanti conti da saldare! incalzò il Collini. Ragazzo!

In quella calca doveva cacciarsi il capitano Fiesco per riuscire a casa sua. La pazienza non era il suo forte, a dir vero; ma egli, in momenti quieti e ad animo riposato, sapeva dominarsi col raziocinio, che gli suggeriva le frasi della cortesia non ancora stizzita: "vi prego.... con licenza, cittadini.... scusate, amico", e lo aiutava a passare.

Marianna fece una faccia compunta, e con voce che voleva parere afflitta e commossa, rispose: Ah, caro il mio ragazzo, so troppo bene che tuo padre... Ma Emilio la interruppe bruscamente. Io non sono il vostro ragazzo, e non permetto più che mi trattiate col tu. La vecchia si confuse, balbettò: Scusate... scusi... Sono così affezionata alla famiglia... da tanto tempo!... Lei l'ho visto a nascere.

Non vedo il ridicolo; disse il padre Restituto. Come? Voi, per l'appunto, che gridavate più di tutti? Mi son convertito alle vostre ragioni; rispose il padre Restituto, con un candore che sapeva d'ironia. Del resto, amico priore, se voi mettete a' voti le due corna del dilemma, ci troverete in maggioranza pel ridicolo. Scusate, è un gusto come un altro, e chi si contenta gode.

Arrigo?! esclamò ad alta voce l'uffiziale Arrigo? lui? e gli si avvicinò. Scusate, signore, è Arrigo il vostro nome?... , tenente... ma... quale strana rassomiglianza!... il vostro nome, uffiziale, il vostro nome!... Azzo Carbonera. Carbonera!... Oh ch'io t'abbracci, Azzo, mio salvatore!... Azzo! Arrigo Rapisardi! Amico mio! Quale consolazione!

Serve ai fini di Domineddio, e vi par poco? Fino a tanto che egli ci tiene quaggiù, bisogna starci. Non ricordate quel che dice messer Dardano quando gli fate dei discorsi come questo? Il gentile uomo vi ama assai. Anche ieri me lo diceva: Bisognerebbe che Spinello togliesse moglie. Ah! gridò Spinello. E voi? Io.... Scusate, maestro.

Ho voluto tornare a piedi, gli disse, perchè ho da parlarvi. A me? domandò egli, dando involontariamente un sobbalzo. -A voi, ; e a chi altri, di grazia? ripigliò essa con accento tra stizzoso ed ironico. Ma, scusate, volevo dire... di che? -Eccone un'altra che vale la prima! Avreste forse paura? Io... No, signora; e perchè dovrei aver paura, con voi? Ma! che ne so io?

«Ora che abbiam mangiato questo boccone, dovremmo uscire di qui e passeggiare un buon tratto per una di queste stradicciuole che lambiscono la falda del monte.» «Benissimo, andiamo.» E dopo pochi momenti uscirono, continuarono un pezzo il loro cammino senza parlare, finalmente il Malumbra cominciò a dire: «Scusate la libert

Grazie, buona donna; scusate se vi ho spaventata. La fanciulla, appoggiandosi al braccio della giardiniera, si fece accompagnare un tratto per il viale fin verso il cancello; ma fatti alcuni passi, accortasi di non aver ringraziata e salutata la bella signora che l'aveva soccorsa e di cui teneva ancor stretta nella mano un'elegante fialetta di cristallo: Quella buona signora.... disse voltandosi a cercarla cogli occhi. Ma la buona signora era gi

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