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Io scendo, scendo giù per chine ripide, e a un tratto un monte che vuol mascherarmi la sua altezza imprevista mi ferma. Avanti! non importa! Balza in alto!... Addosso a quel monte, mio bel monoplano!

«Scendo nel giardino per tempo, ad aiutare, o, per dire più veramente, ad impacciare il Giacomo, quando inaffia le aiuole. Giungo così, seguitandolo, fin sotto all'olmo; saluto la vostra edera, e poi torno in casa all'ora dell'asciolvere. Il cuoco non si diparte dalle vostre leggi, non ardisce pensare a novit

A una cert'ora, trovandomi vicino a una stazione, volli fare una corsa per la strada ferrata sotterranea. Scendo due o tre scale, e mi trovo tutt'a un tratto sbalzato dal giorno alla notte: lumi, gente, strepito, treni che giungono e che spariscono nel buio. Giunge il mio, si ferma, gente si precipita giù, gente salta nei vagoni; mentre domando dove sono le seconde classi, il treno è partito. Ma che maniera è questa? dico a un'impiegato. Non si confonda, mi risponde, eccone un altro. L

Mi avvio, tagliando il monte a mezza costiera, e via via risalendo fino ad afferrarne la vetta, donde mi faccio a guardare d'ogni banda, e a porger l'orecchio. Nessun rumore; il luogo è deserto; deserte le valli all'intorno. Fo il giro del santuario, non aspirando a guadagnare nessuna indulgenza, e non vedo anima nata. È stato dunque un vano presentimento il mio? Scendo, un po' avvilito, giù dalla ripa alta, in mezzo al bosco dei castagni; e di l

O de gli orrendi e tenebrosi imperi Arbitro incontrastabile, sovrano, Io de l'ardir de' Rodïan guerrieri A te quì scendo messaggier non vano; Non vinti, no, che coraggiosi, altieri Danno assalto di morte ad Ottomano Insuperbiti: ognun minaccia e freme, E di salute, e di vittoria han speme.

« Io scendo al «Grand Hôtel», ma siccome vi andr

Entriamo nel paese in un frastuono assordante quasi sospesi sulle ondate del popolo. Il capitano Raby mi sorpassa facendosi largo colla sua vetturetta e col braccio alzato ordina di fermarci. Rifornirsi di benzina e ripulire i motori. Io scendo. Preso, trascinato via dalla folla agitata affannosa che non d

Forse. Sicuramente era un madrigale ardito. Nina mise in faccia al pittore poeta due raggi di sole melanconico, e gli disse: Lei non mi ha vista tutta prima d'oggi, non è vero? Nessuno mai le ha parlato di me, nessuno che mi abbia vista in strada, dove scendo poco? e per questo non sa il mio difetto odioso, insopportabile, che le far

Resisto alle valanghe delle tue scorie, e scendo giù, dorato, aureolato dalle tue pulverulenze d'oro meravigliato. Il Vulcano. Io devasto in giro tutti i giardini dei sentimenti in fiore e le loro ombrie, chitarre e mandolini che piangono fra le dita dei venti, cantori di serenate.

Sul punto di prendere tale deliberazione, scendo ancora una volta dentro di me e m'interrogo: Ho io fatto quanto stava nelle mie forze per non arrivare a questo? , tutto, tutto. Ho combattuto la ripugnanza che ora mi domina, quando appena tentava le vie del mio cuore; venti volte fissai i confini della mia sofferenza e venti volte li respinsi indietro. Sol che egli avesse fatto un passo verso di me, io ne avrei fatti dieci, e ci sarebbe stato forse possibile intenderci ancora. Ma non lo seppi smuovere dalla sua indolenza, non mi riuscì di farlo un istante venir fuori dal castello merlato della sua fatuit