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Aggiornato: 8 maggio 2025
La notte seguente, all'istessa ora circa, Dorotea venne a prendere Emilia e portò le chiavi dell'appartamento della marchesa, che si trovava dalla parte opposta, al nord. Dovevano passare vicino alle stanze della servitù, e Dorotea desiderava sfuggire alle loro osservazioni. Volle dunque aspettare un'altra mezz'ora ond'assicurarsi che tutti i servitori dormissero. Era quasi un'ora dopo mezzanotte allorchè si misero in cammino. Dorotea andava innanzi e portava il lume; ma il suo braccio, indebolito dal timore e dalla vecchiaia, tremava sì forte, che Emilia, presa ella stessa la lucerna, s'offrì a sostenere i di lei passi mal sicuri. Bisognava scendere lo scalone, traversare gran parte del castello, e salire l'altro situato al nord. Non incontrarono nulla che alterasse vie maggiormente la loro agitata fantasia, e giunte in cima alla scala Dorotea mise la chiave nella serratura. «Ah!» diss'ella sforzandosi di girarla; «è chiusa da tanto tempo, che forse la ruggine non ci permetter
Piero, il valletto di Filippo, precedeva la signora, la quale, come aveva sognato, saliva veramente lo scalone marmoreo del palazzo Vagli, giungeva al primo piano, traversava una fuga di sale immerse nella penombra, dentro la quale si vedevano i mobili dorati, le pallide tappezzerie antiche, gli oggetti d'arte; e di nuovo saliva una scala meno larga e più breve, ed era finalmente introdotta nello studio di Filippo.
Attraversato, il deserto cortile, salirono per uno scalone trionfale, adorno di statue polverose e monche, rappresentanti gli Dei dell'Olimpo, alle spaziose anticamere; l'unico servo, che vi dormicchiava da quattr'ore, si levò su dalla cassapanca, spaventato dal loro comparire; ma appena li ebbe riconosciuti, corse innanzi a spalancar le porte degl'interni appartamenti; e, annunziatili, mise dentro al segreto gabinetto della nobilissima sua padrona il consigliere Zebedia e il padre Apollinare.
E Marta, lanciata un'occhiatina amorosa al fidanzato, che lo fece andar in visibilio, ratta ascese lo scalone che doveva condurla negli appartamenti del conte. Nicodemo, riavutosi dal turbamento che gli aveva cacciato addosso la improvvisa chiamata del padrone, s'accorse ch'era solo nello stanzino dei portinai.
Ma non è sufficiente d'andare solo col timore servile; però che spazzare la casa del peccato mortale, senza empirla di virtú fondate in amore e non pure in timore, non è sufficiente a dare vita etterna, se esso non pone amenduni e' piei nel primo scalone del ponte, cioè l'affecto e il desiderio, e' quali sonno e' piei che portano l'anima ne l'affecto della mia veritá, della quale Io v'ho facto ponte.
Scendevano giù dallo scalone, i maestri del gioco d’azzardo, asceti e filosofi della geometria, possessori del calcolo infallibile, avviati a contrarre un prestito forse col borsellino d’un lacchè.
E si alzò per prendere la sua mantiglia. Scesero lo scalone, l'uno a braccio dell'altra, muti, senza guardarsi. Allo sportello della carrozza egli salutò con una grande scappellata. Laura sorrise. Verrete più tardi al teatro, Sanseverino? A far che? Quello che tutti fanno. No. Me ne vado a giuocare al Circolo. Questo vi distrae? Punto. Tutto è inutile, tutto. Buona sera, contessa Mormile.
Con questi pensieri salì lo scalone del palazzo, e con un batticuore che gli toglieva il respiro, mise il piede su quella soglia che in lui risvegliò tante memorie, e gli confisse il petto di tante punte acutissime.
Una ondata di sole entrò dalla porta aperta e Alessio si pose a battere le mani. La primavera è venuta disse Lui non fiorisce ancora il vostro giardino? Oh! appena qualche giacinto. Andiamo a vedere. Discendemmo lo scalone tutti e tre e quando fummo nel viale mio cugino si fermò a guardare il giardino ancora brullo ma colle aiuole gi
La Ginevra, sempre accompagnata dalla sua donna, s'innoltrò allora pei portici e salì lo scalone.... La met
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