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Aggiornato: 8 maggio 2025
«Sai tu dove sia la mia camera?» diss'ella ad Annetta nel traversar la sala. Credo saperlo, signorina, ma è una stanza molto stravagante; è situata sul bastione meridionale, e ci si va dallo scalone: la camera della signora è all'altra estremit
Avrebbe forse potuto giugnere allo scalone, ma non poteva andare alla sua camera senza lume. Bertrando aveva appena una torcia, ed ella sapeva benissimo che i servi accompagnavano col lume solo fino alla porta, perchè il lampione sospeso alla vôlta illuminava sufficentemente il vestibolo.
Il mattino dopo il funerale, nel cortile di casa Sideri, vidi una cavalla saura attaccata alla domatrice. Gian Luigi scendeva dallo scalone, abbottonandosi i guanti. Esci? domandai. Venivo a prenderti, egli rispose. Andiamo a provare Steppa se non hai paura di romperti il collo!
Nei silenzi notturni le giungeva distinto dal campanile della parrocchia il suono delle ore, le due, le tre, le quattro talvolta; finalmente ella sentiva aprir la porta dello scalone e Leonardo col suo passo strascicato attraversar la sala ed entrar nella sua camera di cui richiudeva rumorosamente l'uscio dietro di sè.
Or questo fa l'anima che in veritá è gionta al terzo scalone della bocca, e il segno che ella v'è gionta è questo: che ella ha morta la propria volontá quando gustò l'affecto della caritá mia. E però trovò pace e quiete ne l'anima sua nella bocca. Sai che nella bocca si dá la pace.
«Te lo prometto, mamma! te lo prometto! mormorò a mani giunte. Uscì di camera con l'animo alleggerito, e al cane che le scodinzolava intorno festoso, fece segno che la precedesse per lo scalone. Passò dinanzi a la camera del babbo, aperta. Vi entrò come faceva spesso, per vedere se tutto era in ordine.
Quella sera, ogni momento giungevano carrozze che deponevano invitati e signore sotto l'ampia tettoia di cristallo, e molti uomini in cravatta bianca salivano continuamente lo scalone coperto di tappeti e ornato di piante.
Ma Fortunata si svincolò a forza dalla paurosa compagna che la teneva per un lembo del vestito e le disse: Va a casa tu sola, va subito anzi.... io devo salire. E senza soggiunger altro attraversò rapidamente il cortile e l'entratura, e infilò lo scalone. Il conte Leonardo era tornato alla sua soffitta fin dal giorno innanzi, e i primi sintomi del morbo l'avevan colpito nel cuor della notte.
Passeggiava di su, di giù pel gabinetto, tendeva le orecchie ad ogni più sottile rumore; quel ritardo non v'era cosa che non gli lasciasse fantasticare. Ma sporgendo il capo dalla finestra, dischiusa a ricevere un primo soffio della tepida aria d'aprile, ecco scorge il damigello di ritorno. Ogni passo di questo su per lo scalone, era una spinta al coltello che Buonvicino sentivasi fitto nel cuore.
Un giovinetto biondo come il lino, in falda nera, colle scarpettine alla francese, pettinato anche lui come uno sposino, li precedette per uno scalone di marmo, ornato di statue, di candelabri, di specchi, di acacie, tintinnando le chiavi e senza mai parlare li condusse «au cinquième» fino a una camera che riusciva sopra un cortile stretto, profondo e tetro come un pozzo.
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