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Aggiornato: 28 giugno 2025


Or vo’ che sappi che l’altra fïata ch’i’ discesi qua giù nel basso inferno, questa roccia non era ancor cascata. Ma certo poco pria, se ben discerno, che venisse colui che la gran preda levò a Dite del cerchio superno, da tutte parti l’alta valle feda tremò , ch’i’ pensai che l’universo sentisse amor, per lo qual è chi creda

Sappi dunque, mio dilettissimo Meng-pen, che in mezzo secolo ch'io ammaestro le generazioni nelle matematiche, non ho mai potuto descrivere un trapezio senza confusione dei miei spiriti vitali.

CALONIDE. Questo intraviene a tutti. Che hai di nuovo? E tanto piú ch'io dissi che quell'altro volea pensarci e che potrebbe stare, a quello ch'io vedeva, che, a la fine, se l'avesse sposata. Or ti risolvo ch'egli 'l fará. Se l'avessi giá data, fa' ch'io lo sappi.

E così gli dicea: cessa il tormento, Nobil fanciul, che ti destini a Marte, E sappi che 'l cordoglio e lo spavento Da le scole di lui vanno in disparte: Le ferite del zio, che piagni spento Ti siano specchio; indi raccogli l'arte De le battaglie, e fian di gloria adorni Se con tal pregio forniran tuoi giorni.

Voglio che vadi a dimandar di lui in qualche luogo e che non torni a casa se non me ne dái nuova interamente. E pregal quanto puoi da parte mia ch'io li vorrei parlar. FRONESIA. Mi metto in via. E lascia fare a me, ché non è un'ora ch'io l'ho parlato. Ma tu, se madonna gridasse, sappi trovar qualche iscusa. Ed io son qui in un punto. LÚCIA. Va', sorella: e sappi far.

Sappi che c'è stato qui un nottolone di sagrestia, che ha voluto parlare con Lucia, e ha cominciato a infinocchiare tante e poi tante bubbole, con qual fine poi... lo sapr

E un che d’una scrofa azzurra e grossa segnato avea lo suo sacchetto bianco, mi disse: «Che fai tu in questa fossa? Or te ne va; e perché se’ vivo anco, sappi che ’l mio vicin Vitalïano seder

Filippo lo guardò un tratto nel mezzo degli occhi, come per sincerarsi se era lui che parlava, e se parlava da senno. Ecco una cattiveria; diss'egli finalmente; una delle male pieghe del tuo spirito. Eh via! L'hai presa sul serio? Ritiro la frase. Sta bene; ma sappi, a tua confusione, che le malattie morali, come le fisiche, io le studio sugli altri.

Ora, per dire di ciò che importa a te, sappi, o carissimo, che i lirici tedeschi piú rinomati, parlo della scuola moderna, sono tre: il Goethe, lo Schiller e il Bürger. Quest'ultimo, dotato di un sentire dilicato ma d'un'immaginazione altresí arditissima, si piacque spesso di trattare il terribile.

34 Signor mio (disse al fin), quando saprai colui ch'io son (che son per dirtel ora), mi rendo certo che di me sarai non men contento, e forse più, ch'io muora. Sappi ch'io son colui che in odio hai: io son Ruggier ch'ebbi te in odio ancora; e che con intenzion di porti a morte, gi

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